Malore all’autosilo Sant’Anna
Devono aspettare l’ambulanza

Episodio paradossale. nella sede del pronto soccorso non si può intervenire direttamente

Cosa fare se qualcuno ha un malore nel parcheggio dell’ospedale Sant’Anna? L’unica risposta corretta è comporre il 112 e chiamare l’ambulanza.

Pare un paradosso che a due passi dall’ingresso dell’ospedale si debba chiamare un’ambulanza, il cui presidio più vicino è quello di via Roma, a San Fermo, ma è la cosa giusta da fare. Ora lo sanno anche coloro che ieri mattina si sono trovati in difficoltà assistendo al malore di una signora che è svenuta nel piano “meno 1” del parcheggio del Sant’Anna.

Il malore improvviso della signora ha allertato chi si è premurato di assisterla, qualcuno ha chiamato il personale che gestisce l’autosilo per conto del Comune di San Fermo (si tratta della ditta Axess srl di Cologno Monzese che gestisce 1374 posti auto), il personale ha contattato l’ospedale, dal quale hanno comunicato che occorreva chiamare il 112. Così, in sei minuti è arrivata l’ambulanza dal centro del paese.

La signora è stata soccorsa, nulla di grave. Sembra comunque strano che a due passi dal Pronto soccorso debba arrivare l’ambulanza da qualche chilometro di distanza, ma questa è la procedura. «È normale così - spiega Mario Landriscina, responsabile del servizio di emergenza ed elisoccorso dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna - Qualsiasi struttura ospedaliera garantisce il soccorso al suo interno, fuori dalla struttura non è pensabile che il personale possa intervenire con attrezzatura adeguata, ottimizzando i tempi di intervento. Nel caso in questione, prima di inoltrare la chiamata a San Fermo, si è controllato che fosse disponibile una delle ambulanze dell’ospedale, ma erano tutte fuori, così si è proceduto con la chiamata. Ricordiamolo, in caso di emergenza va richiesto subito soccorso attraverso il numero unico 112. È l’ambulanza o l’auto medica il mezzo adatto per soccorrere. Anche se l’episodio fosse accaduto al piano zero, a pochi metri dall’ingresso dell’ospedale, si sarebbe dovuta seguire la stessa procedura, anche in caso di un incidente nella rotonda all’ingresso dell’ospedale. La regola vale per tutti i presidi. Sarebbe stato identico anche nel caso del Valduce».

Il personale medico dell’ospedale non può soccorrere un malato nell’autosilo perché occorre l’attrezzatura adatta, non basta che esca un medico, magari con la divisa e gli zoccoletti di uso interno, uno zainetto e una barella. Le distanze non sono poi così brevi se percorse a piedi, anche all’interno dello stesso nosocomio.

Diversa sarà la situazione dei malati che verranno condotti in ospedale con il servizio di elisoccorso, quando l’elicottero atterrerà sul tetto della palazzina uffici in costruzione. «In quel caso - precisa Landriscina - ci sarà un collegamento interno tra la piazzola e il Pronto Soccorso e il reparto di Rianimazione mediante ascensore e poi un corridoio che collegherà direttamente al piano meno uno».n P. Mas.

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