Morto sul Palanzone
«È finito contro un albero»
La testimonianza di un soccorritore: ci siamo trovati davanti un muro di neve
Faggeto Lario
Una marea di bianco che ha spazzato via tutto. Da subito le condizioni di Edoardo “Dodo” Binda, l’imprenditore di 63 anni di Asso travolto da una valanga domenica sono parse gravissime. Tra i primi ad arrivare sul punto della valanga sul Monte Palanzone, Piero Proserpio, membro del nucleo antincendio boschivo della protezione civile, si trovava domenica al Rifugio Riella.
«Ci siamo trovati davanti ad un muro di neve e siamo partiti alla ricerca delle persone, alla fine la slavina ha fatto dei danni limitati, Binda è stato sfortunato perché è finito addosso ad un albero, l’hanno trovato in mezzo a due tronchi».
La giornata di domenica sul Monte Palanzone è stata movimentata: «Ero al Rifugio Riella quando è arrivata di corsa una persona dicendoci della valanga che aveva travolto tre persone - ricorda - Ci siamo mobilitati seguendola sul sentiero e siamo arrivati sul punto dell’accaduto».
Una situazione disarmante quella trovata dai primi soccorsi: «Tutti è tre erano stati trascinati per molti metri dal mare di neve che si è staccato dal monte - continua Proserpio - Da subito si è capito che le conseguenze minori erano quelle della bimba, probabilmente essendo più leggera è rimasta più in alto rispetto alla neve, o forse è solo destino.».
Edoardo Binda è sembrato subito a rischio: «Era infilato tra due tronchi, si era capito da subito che serviva un miracolo. In ogni caso gli uomini del soccorso l’hanno recuperato e trasportato ancora vivo all’ospedale».
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