Mostra dei presepi a Cantù
C’è chi dona soldi fotocopiati

Tanta gente, ma poche offerte: fioccano solo i centesimi

Mancano anche i maestri: cancellati i corsi per i bimbi

Al fascino del presepe non si resiste. Perché crea subito un clima di festa.

Peccato però che alle parole d’apprezzamento non seguano mai i fatti concreti. E nemmeno la scelta di diventare volontari per allestire la mostra che da oltre un decennio approda in corte San Rocco. Tanto che quest’anno si è dovuto persino rinunciare a organizzare il corso riservato ai bambini per mancanza di persone che potessero preparare il materiale necessario; con buona pace del fatto che ci fossero già 45 iscritti.

Nuova edizione della mostra di presepi a cura della sezione di Cantù dell’Associazione Nazionale Amici del Presepio, alle prese con problemi vecchi. Che però cominciano a gettare ombre sul futuro della manifestazione.

L’iniziativa piace, eccome; tanto che ogni volta si contano 5/6mila presenze nel mese il cui resta aperta, anche quest’anno fino al 6 gennaio, coi volontari che garantiscono l’ingresso anche a Natale e Capodanno.

I maestri della Natività ormai qui sono di casa, sono esposte decine di pezzi, tra presepi aperti e diorami. In arrivo non solo dal Comasco e dal Milanese ma anche, ormai è consolidato, dalla Bergamasca, dal Cremonese. Presepi da professionisti, viene da dire, scelti dai volontari del sodalizio. Da quello piccino piccino, in cui i personaggi sono tutti su una barchetta che sfida le onde a quello enorme in gesso e polistirolo, un vero villaggio. Curatissimi nei dettagli più minuziosi. Grandi e piccini restano a bocca aperta, ma il borsellino resta chiuso. L’anno passato nel contenitore delle offerte vennero trovati bottoni, tante monete da 1 cent e la fotocopia di una banconota.

«Spiace - dice Angelo Mapelli - perché siamo volontari. Noi abbiamo sempre fatto beneficienza sul territorio con quanto raccolto, ma oggi non è più possibile perché riusciamo solo a coprire le spese». Spese non da poco, sul migliaio di euro.

Anche sul fronte dei volontari, oggi rimasti davvero in pochi – meno di una decina – c’è un po’ di rammarico, «perché abbiamo formato centinaia di persone, ma nessuno si è poi unito al gruppo».n S.Cat.

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