Cronaca / Como città
Venerdì 04 Aprile 2014
Multa da un milione a Google
per le immagini Street View
Lo ha deciso il Garante italiano su segnalazione di cittadini finiti nelle riprese. Le “Google cars” dovranno essere annunciate tre giorni prima
Due ragazze in bikini immortalate in un parco. Un uomo “incastrato” mentre andava a casa dalla mamma, pur avendo promesso alla moglie che non l’avrebbe più vista. Un uomo fotografato mentre saltava da un cancello, chissà se un ladro o semplicemente qualcuno alla ricerca di un oggetto smarrito. Effetto candid camera o immagini rubate senza il consenso?
Spiatì dalla tecnologia quando è arrivato anche in Italia Google Street View, in tanti hanno fatto ricorso al Garante per la privacy: risultato, una multa da un milione di euro che ora il colosso di Mountain View ha regolarmente pagato.
I fatti risalgono al 2010, quando numerosi cittadini, anche in Italia, si scoprono online come comparse involontarie, immortalate dalle Google Cars, in giro per il Belpaese per elaborarne la mappa tridimensionale, senza poter decidere se sottrarsi o meno alla ’catturà delle immagini. L’Autorità scende in campo e impone alla società di rendere le ’Google cars’ facilmente individuabili, attraverso cartelli o adesivi ben visibili, di pubblicare sul proprio sito web, tre giorni prima dell’inizio delle riprese, le località visitate dalle vetture di Street View, stabilendo che per le grandi città è necessario indicare i quartieri in cui circolano. Analogo avviso - chiede il Garante - deve essere pubblicato da Google sulle pagine di cronaca locale di almeno due quotidiani e attraverso una radio locale per ogni regione. Accorgimenti che in verità Google mette in atto tempestivamente, come ricorda oggi la stessa società: «La multa del Garante Privacy si riferisce ad un vecchio caso. Da allora abbiamo adottato tutte le misure richieste dal Garante», sottolinea un portavoce.
La sanzione, però, scatta comunque: al termine dell’istruttoria, anche in considerazione del fatto che i dati raccolti illecitamente erano destinati a confluire in una grande banca dati di particolare rilevanza, come quella gestita da Google, l’Autorità irroga la multa da un milione di euro.
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