Multe per la musica
Cantù, i baristi insorgono

«I vigili non entrano mai, le mandano per posta»

Il Comune era stato chiaro nei mesi scorsi: chi non avesse rispettato le regole sulla musica, dopo un periodo di iniziale tolleranza, sarebbe stato punito.

E così è stato. Al punto che alcuni baristi sono arrivati ad assommare diverse multe per il mancato rispetto della diffusione sonora dopo gli orari consentiti, in particolare la mezzanotte. Alcuni di loro, all’indomani del controllo coordinato firmato dalla polizia locale di Cantù, si espongono per protestare.

C’è chi dovrà pagare cifre attorno ai tremila euro per aver collezionato, ad esempio, anche cinque multe nel corso di diverse serate. Chi si lamenta, pensa che le contravvenzioni potrebbero rappresentare un duro colpo al lavoro dei bar, più vitale di sera rispetto alla storicamente intransigente Como.

Allo Chalet della Galleria Garibaldi, Ugo Larosa non si nasconde. «Continuano ad arrivare queste multe, ho anche parlato con il sindaco ma mi è stato detto che così sono le regole - afferma - quello che mi indispone particolarmente è che nessuno entra qui al bancone per rilevare le contravvenzioni. I vigili non li vediamo neanche, ogni tanto arrivano queste multe da pagare. Sono sberle superiori ai 500 euro, mi ritrovo a dover pagare qualcosa come quasi 3mila euro. Valuterò se impugnarle».

Del resto, il regolamento di attuazione del piano di classificazione acustica parla chiaro all’articolo 33, sul superamento dei limiti di immissione e di emissione. «Chiunque, nell’esercizio o nell’impiego di una sorgente fissa o mobile di emissioni sonore, supera i limiti di immissione e di emissione, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 516 euro a 5.164 euro». La tolleranza è finita.

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