Nascosti nel mobile truffano milioni

Cernobbio, denunciati in quattro per aver tentato un raggiro in una sala dell’hotel Asnigo

Hanno usato un “tavolo magico”. Dall’interno ne controllavano i cassetti. I carabinieri li aspettavano

Lo chiamano tavolo magico, si acquista su internet, consta di nove cassetti - sette finti due veri - ed è stato utilizzato per un tentativo di truffa degno d’un illusionista scritturato in un circo parigino fin de siècle.

Il mobile - nelle foto pubblicate qui accanto - è stato sequestrato dai carabinieri della stazione di Cernobbio in una sala dell’Hotel Asnigo (i cui titolari, diciamolo subito, con questa storia non c’entrano nulla e anzi potrebbero finire citati nel novero delle vittime). Lo stavano utilizzando due uomini di etnia rom, residenti in un campo nomadi di Baranzate, nel Milanese, che i militari hanno denunciato per tentata truffa al termine di una indagine piuttosto ingarbugliata.

Dunque: succede che lo scorso primo settembre, una coppia di cittadini austriaci si presenti al comando provinciale dell’Arma per raccontare di come due sconosciuti siano riusciti a impossessarsi della loro preziosissima collezioni di orologi di marca, decine di pezzi per un controvalore complessivo di circa 160mila euro.

Appuntamento a Como

Erano stati loro, legittimi proprietari di tutto quel ben di Dio, a manifestare l’intenzione di vendere in blocco la collezione, pubblicando un annuncio su un sito internet. I compratori - che si riveleranno anche loro rom di Baranzate ma che non sono gli stessi dell’armadio - li contattano per fissare un appuntamento, invitandoli a un incontro a Como. La coppia austriaca alloggia all’Hotel Engadina, ma l’incontro avviene a orario e luogo prestabilito, cioè in una sala precedentemente prenotata nell’hotel di Cernobbio. Ci sono gli orologi, ci sono i soldi.

Errore: non rimuovere la fascetta

Soldi... In realtà, nella valigetta 24 ore che viene esibita sotto il naso di lui, sono custoditi 160mila euro in banconote da 500, belle assai eppure recanti tutte la scritta “facsimile”, nascosta con precisione sotto la fascetta che tiene insieme le mazzette. L’austriaco non se ne accorge. Conta le banconote sfogliandole, alla maniera degli impiegati di banca, ma lo fa senza rimuovere la fascia. E quei soldi gli sembrano buoni. Risultato: gli orologi spariscono e il contenuto della valigetta, a un controllo un po’ più approfondito eseguito qualche minuto dopo lo scambio, si rivela per quello che è. Carta straccia colorata.

A denuncia inoltrata, i carabinieri si mettono al lavoro. E scoprono che dallo stesso indirizzo mail già impiegato per poter prenotare la sala d’albergo in cui è maturata la truffa ai danni dei due collezionisti d’orologi, arriva una seconda richiesta di prenotazione per il giorno 5. Altri accertamenti sulla medesima casella di posta consentono anche di risalire fino a un sito tedesco di annunci online, “kalaydo. de”. A quello stesso indirizzo di posta coincide un annuncio in cui si prospettano prestiti “facili” di denaro in cambio di provvigioni in contanti.I carabinieri scoprono così che la saletta è stata prenotata per incontrare un cittadino tedesco che ha manifestato interesse proprio per quell’annuncio, e che vorrebbe un milione e 600mila franchi svizzeri in cambio di una provvigione, in contanti, di 200mila euro più alcune quote di una società che gli appartiene. Così, con i colleghi dell’aliquota investigativa del Radiomobile di Como, il comandante di Cernobbio e i suoi uomini si appostano all’Asnigo in attesa di vedere cosa succede. E scoprono il tavolo magico.

Lo scambio dei cassetti

La scenetta è memorabile. Il tedesco ascolta, l’altro spiega. Apre uno dei cassetti finti del suo armadietto, un aggeggio che si richiude come un tavolo in una valigetta, e ne estrae contante per 50mila franchi. Sono soldi veri, verissimi. Servono a convincere l’interlocutore della bontà dell’operazione. Il tedesco li guarda, li conta e li restituisce al tizio che li rimette nel cassetto. L’accordo è quello di rivedersi di lì a poche ore, quando la vittima ancora inconsapevole del raggiro, dovrà ripresentarsi con i 200mila euro. In cambio avrà il suo tesoro, da restituire in comode rate. Intanto, dentro all’armadio, il complice preleva i soldi buoni dal cassetto e li sostituisce con una somma ben più cospicua di banconote false. Il gioco sarebbe fatto, se non fosse che, a quel punto, intervengono i carabinieri.

Pare che Houdini, chiuso nel suo mobiletto, ci sia rimasto un po’ male. Se non altro, quando smetterà con le truffe, troverà posto al circo.

Stefano Ferrari

© RIPRODUZIONE RISERVATA