«Non solo il lavoro. C’è una Cantù che aiuta in silenzio»

L’intervista al prevosto di Cantù, don Fidelmo Xodo

«Cantù è una comunità di successo, laboriosa, ma non deve dimenticare le persone sole e quelle che soffrono».

È questo in sintesi il messaggio di questa conversazione con don Fidelmo Xodo, da più di due mesi prevosto di Cantù. Prima del “Te Deum” odierno è stata l’occasione per una riflessione su questa nuova esperienza.

Durante le settimane che precedono il Natale Lei ha fatto visita a numerose famiglie. Qual è stata la sua impressione?

«Un’esperienza positiva. Ho incontrato tante persone, ho pregato con loro, ma anche ascoltato. Anche perché il rischio che si corre quando si avvicina una comunità è quello di pronunciare sentenze. Il messaggio di Cristo è rivolto a tutti. Gesù non fa differenze e il compito di un sacerdote è di portare la Parola senza pregiudizio alcuno

. Mi ha colpito molto la laboriosità dei canturini, la ricchezza dell’organizzazione economica e sociale.

In ogni caso è una comunità che ha una storia antichissima e questo lo si vede anche dalla quantità di chiese esistenti ancora oggi.

Eppure non è tutto oro quello che luccica...

Certo esistono anche situazioni di povertà e di emarginazione. L’attenzione agli ultimi è una caratteristica della storia della Chiesa, che a Cantù mostra molto interesse per questi problemi. Molto di quello che si fa non si può dire, perché avviene nel silenzio e rispettando le sofferenze di tante persone».

L’intervista completa sul quotidiano La Provincia in edicola mercoledì 31 dicembre

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