Cronaca
Domenica 13 Dicembre 2020
Olio, buona annata
«Nonostante Covid»
Lavorati circa 3 mila quintali di olive da quasi 500 produttori Meno olio, ma ottima qualità: il bilancio del Frantoio di Biosio
È tempo di bilanci al Frantoio di Biosio, al termine dell’annata olearia 2020.
«È stata una buona stagione, - commenta il frantoiano Leonardo “Poppo” Enicanti – con tante olive. Sono stati lavorati circa 3mila quintali, meno di due anni fa, con una resa del 12% nella produzione dell’olio extravergine. Dodici produttori hanno certificato la Dop, tutti con un punteggio di otto. Molto buono.
«Le olive erano bellissime poiché il tempo è stato più che clemente durante la campagna di raccolta. Dal 20 ottobre è piovuto un solo giorno e questo ha aiutato tanto per la qualità. I problemi della cimice e della cascola sembrano abbastanza spariti. Lo scorso anno è stato drammatico, in questo c’è stato qualche problema limitato che sono riusciti a gestire».
Fino a Natale il frantoio continuerà a lavorare all’imbottigliamento dell’olio che così sarà pronto per le feste, per chi lo vende o lo regala. Quest’anno non ci sarà il consueto incontro che a metà dicembre riuniva i produttori e serviva a fare il punto assieme ai tecnici per mettere in evidenza pregi e difetti dell’olio.
Le norme anti Covid non permettono assembramenti pertanto tutto è rimandato a gennaio o febbraio, se la situazione tornerà alla normalità. Oltre al bilancio di stagione, Enicanti guarda avanti: «Stiamo pensando a fare degli aggiornamenti all’impianto – annuncia – in vista del prossimo anno, sia per aumentare il livello qualitativo che per soddisfare quantità maggiori di lavorazione delle olive.
«I produttori che attualmente conferiscono al frantoio sono 495. Sono molte le nuove piante ed i recuperi di terrazzamenti e terreni abbandonati che sono stati coltivati. I produttori arrivano a Biosio da un territorio molto ampio, dall’alta bergamasca fino a Tirano».
Il Covid-19 ha portato un piccolo beneficio all’attività del frantoio: «Abbiamo potuto gestire bene la lavorazione perché per potere tenere il distanziamento e rispettare le normative sono state effettuate le prenotazioni, con i produttori che attendevano fuori durante la fase di lavorazione. C’è stata più organizzazione, ognuno con il suo giorno ed orario, e tutti l’hanno rispettato».
Non sono ancora noti i risultati del censimento delle piante di olivo presenti sul territorio promosso dalla Comunità montana che doveva concludersi lo scorso 20 novembre ma si è protratto ancora per aspettare qualche ritardatario.
Nel 2018 c’erano circa 12.500 piante e 243 produttori e, secondo quanto affermato da Enicanti, dovrebbero essere numeri superati di gran lunga nel territorio comunitario.
© RIPRODUZIONE RISERVATA