Attilio Terragni, nipote del genio del Razionalismo, non usa giri di parole commentando le notizie di questi giorni. L’idea che il Comune prenda in mano la Casa del fascio, capolavoro di Giuseppe Terragni noto in tutto il mondo, non lo convince. «Sarebbe un disastro», scrive addirittura su Facebook, commentando un messaggio in cui l’ex assessore alla Cultura Sergio Gaddi boccia la linea della giunta Lucini. In questa lunga intervista, chiarisce meglio il suo parere. Potremmo sintetizzarlo così: la pubblica amministrazione da sola non ce la farà mai, serve un progetto culturale di altissimo profilo gestito da un esperto di livello internazionale. E poi bisogna affidarsi a testimonial di spicco, capaci di attrarre eventi e risorse. «La nostra carta vincente - sostiene - sarebbe George Clooney». Poi rivela che il Guggenheim aveva pensato proprio alla Casa del Fascio come sede nel nord Italia.
Il Comune ha chiesto al presidente del consiglio e al ministro della Cultura: dateci la Casa del Fascio. Un errore?
«L’idea non è nuova, ma non si va da nessuna parte senza un progetto culturale serio e senza risorse. Il Guggenheim ha un budget di un certo livello, piano con i paragoni. Como da sola non ha nemmeno i soldi per la tutela e la conservazione dell’edificio. Non vorrei vedere balaustre, rampe, vetri rotti, cartelloni pubblicitari, magari il cotto lombardo...
Peraltro i fondi per la manutenzione sarebbero solo il primo tassello.
E poi?
Poi servirebbe una sorta di ministro degli esteri, qualcuno che sappia creare e gestire un progetto culturale di questo spessore. Bisogna mettere in piedi un circuito internazionale. Insomma, fare le cose fatte bene. Avevamo provato ad avviare un percorso nel 2004, con il senatore Butti, ma ci fu il veto dell’allora sindaco Bruni e si fermò tutto.
Il Comune da solo è in grado di farcela?
No, non vedo gli uomini adatti.
Proviamo a coinvolgere George Clooney, porterebbe la Casa del Fascio in tutto il mondo. Pensate alla presentazione di un film con Clooney e Brad Pitt: avremmo a Como un milione di persone.
© RIPRODUZIONE RISERVATA