Parlano i sopravvissuti alla frana: «Siamo vivi per miracolo»

La testimonianzaSalvi Luciano e Bernardo Pensa. Il macigno sulla Lecco-Ballabio ha soltanto spinto lateralmente il veicolo

«Siamo vivi, per miracolo…». Luciano Pensa, 24 anni, sul furgoncino travolto dalla frana caduta ieri sulla Lecco-Ballabio, lo ha detto ai primi soccorritori arrivati sul posto. Lo ha scritto agli amici e ai conoscenti.

Poche parole, ma che valgono una vita. Che fanno tirare un sospiro di sollievo alle tante persone che hanno temuto per la vita sua e dello zio Bernando, 66 anni, che si trovava alla guida. Primi fra tutti gli automobilisti che viaggiavano lungo la corsia sud della Ss36dir, e che hanno visto il gigantesco macigno piombare sulla carreggiata e schiacciare il furgoncino, spingendolo verso il muro laterale. Ma anche tanti amici e clienti che, nelle immagini rapidamente diffuse attraverso i social network, hanno subito riconosciuto il veicolo riportante le insegne del negozio “Pensa alla frutta” di Introbio.

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La frase

«Vivi per miracolo»: non ci sono altre parole per raccontare quanto accaduto ieri. Chiunque vedendo quel furgoncino ridotto a un ammasso di lamiere, schiacciato da un masso grande a sufficienza per bloccare l’intero accesso alla galleria “Giulia”, ha pensato che per gli occupanti non ci fosse più nulla da fare. Invece i due uomini che viaggiavano verso Lecco, sono usciti in autonomia dal veicolo. Sgomenti, incapaci di comprendere fino in fondo l’accaduto, ma praticamente illesi.

L’allarme è scattato attorno alle 14.30. La sala operativa del 112 ha raccolto una di quelle segnalazioni a cui è difficile credere: un macigno dalle dimensioni impressionanti, seguito da altri massi più piccoli, bloccava interamente la nuova Lecco-Ballabio e l’ingresso sul versante a valle del tunnel “Giulia”. Sul posto sono stati inviati i Vigili del fuoco del comando di Lecco, gli agenti della Polstrada e i tecnici di Anas. Immediatamente bloccati gli accessi alla strada sia a Lecco che a Ballabio, l’arteria è stata evacuata e chiusa al traffico fino a data da destinarsi.

Nel pomeriggio sono intervenuti i geologi che hanno dato il via ai primi accertamenti, individuando il punto di distacco della frana, caduta dal Pizzo d’Erna, seguendone il tracciato fra la boscaglia, fino alla strada. Il tutto si è svolto in un clima surreale, con la nebbia che più di una volta ha tolto la visuale sulla montagna e ha amplificato il rumore secco dei massi che, nel corso del pomeriggio, hanno continuato a cadere, mantenendo altissimo il livello di allarme.

I social

La notizia si è diffusa in tutto il lecchese e in Valsassina alla velocità con cui vengono condivise le immagini con Whatsapp e Facebook. E in molti hanno pensato a come la tragedia sfiorata, avrebbe potuto avere contorni ben più drammatici se la frana si fosse verificata in un normale giorno feriale, invece che in un venerdì “di ponte”. È, infatti, ben noto che l’orario in cui è avvenuto il crollo sia di solito un momento in cui lungo la Lecco-Ballabio viaggiano molti studenti che fanno ritorno in valle.

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