Parolario sfrattato da Villa Olmo
«Via noi, un danno per tutti»

Parolario: «Se perde il festival la città rinuncia anche al suo indotto». Totaro, Miniartextil: «Qui lo sfratto, all’estero ci fanno tappeti rossi»

Parolario perde la sua sede di Villa Olmo, quella per cui cominciava a farsi conoscere anche fuori dalla provincia di Como.

Complice la bellezza del luogo, dicono gli organizzatori, il pubblico «ha cominciato a consolidarsi e ad aumentare e con esso i benefici per la città» che significa che «chi è venuto a Parolario ci è venuto per starci un giorno intero - aggiunge il Comitato organizzatore - quindi ne ha beneficiato tutta la città».

Sede a parte, la questione resta dunque quella di fare di tutto per non disperdere una parte importante dell’offerta culturale comasca. Che sia Villa Omo o un’altra sede, l’importante è che iniziative come Parolario e Miniartextil, che in Villa Olmo veniva parimenti ospitata, non si perdano.

La preoccupazione di Parolario è ora quella non «solo di trovare una sede, ma che sia adatta e rappresentativa - aggiungono - incontreremo ancora l’assessore, ma noi non sapremmo dove spostarci: in piazza Cavour no, perché non si torna indietro, i costi sarebbero enormi e gli eventi troppi vincolati al clima. Il Broletto? Non è a norma. La biblioteca? Non è adatta, è estate non possiamo rinchiudere Parolario in biblioteca, Villa Saporti, Villa Erba già potrebbero essere candidabili».

Detto ciò a Parolario e a Miniartextil sono già arrivate proposte da altre città e province.

«Diciamo che la cultura a Como non interessa a nessuno - dice Mimmo Totaro - mi viene voglia di costruire una bara con scritto sopra “cultura” e sfilare davanti al Comune. All’estero ci stendono tappeti rossi e qui?».

Sul caso sono intervenuti anche Andrea Vitali e Massimiliano Finazzer Flory: i loro commenti e altri servizi sul quotidiano La Provincia in edicola giovedì 19 dicembre.

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