Cronaca
Sabato 02 Marzo 2019
Pettignano resta, i guai pure
«Il forno? Non ho novità»
«Problema che abbiamo già iniziato a risolvere», disse l’assessore - Da quell’annuncio sono trascorsi 17 mesi. E non si è ancora sbloccato niente
Como
«Non ci sono novità». È lapidario l’assessore ai Cimiteri Francesco Pettignano sullo scandalo del forno crematorio, chiuso dal giugno del 2016 e, nonostante le ripetute promesse, ancora senza nemmeno un’ipotesi di riapertura.
Uno scandalo che coinvolge i comaschi in un momento già delicato per una famiglia e che li costringe ad attese per portare i propri cari in strutture fuori provincia (da Varese alla Svizzera a Novara).
A gennaio dall’amministrazione provinciale è arrivata l’autorizzazione, ma Palazzo Cernezzi ancora non ha pubblicato il bando per la gestione. «Se ne stanno occupando gli uffici», dice Pettignano. Esattamente come alcune settimane fa, quando aveva spiegato che «non si poteva partire prima di avere le autorizzazioni perché erano necessarie le caratteristiche esatte di tutte le componenti dell’impianto, che avrebbero potuto essere modificate da prescrizioni».
Il rischio di ritrovarsi con i lavori completati e senza nessuno in grado di gestirlo era già stato sollevato da “La Provincia nel settembre del 2017, pochi mesi dopo l’insediamento della giunta Landriscina. Allora Pettignano assicurava: «È un problema che abbiamo già iniziato a risolvere». Da allora, però, di mesi ne sono passati 17 e ancora la soluzione è lontana. Nessuna nuova data, nessuna nuova promessa dopo tutte quelle andate a vuoto. Le vicessitudini del forno crematorio erano iniziate nell’estate del 2016 con la chiusura dell’impianto durante l’amministrazione Lucini. L’allora assessore Marcello Iantorno aveva garantito che il servizio sarebbe tornato operativo, dopo una serie di ritardi, nel luglio del 2017, ma così non è stato inizialmente a causa di problemi legati al collaudo. Almeno questo è quanto avevano spiegato da Palazzo Cernezzi. Con il cambio di amministrazione la situazione non è mutata. Un guasto in fase di collaudo, nell’agosto scorso, con la necessità di stanziare ulteriori fondi e Pettignano che già diceva di non essere in grado di dare tempistiche. Poi i problemi legati all’impossibilità di far cremare i propri cari in Ticino, poiché il Comune metteva una serie di ostacoli burocratici. A novembre lo sblocco della situazione, mentre il forno crematorio è rimasto sempre fermo. L’assessore, che nel giro di una giornata si era dimesso con la casacca di Forza Italia per essere rinominato - con lo stesso ruolo - la sera stessa, ma con addosso i colori di Fratelli d’Italia, a quel punto aveva chiamato in causa la Provincia dicendo di essere in attesa dell’autorizzazione necessaria. La domanda era però stata respinta al mittente per irregolarità. Nuovo tentativo a fine novembre del Comune con Pettignano che parlava di «tempi brevi» per riattivare l’impianto.
E adesso? L’autorizzazione c’è da fine gennaio, ma a mancare è chi deve far funzionare il forno. «Gli uffici stanno lavorando» ripetono in Comune, ma del bando di gara ancora non c’è traccia. E, dalla pubblicazione, all’effettiva operatività della ditta ci vorranno ancora dei mesi.
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