Cronaca / Como città
Mercoledì 04 Febbraio 2015
Poliziotti disarmati in Svizzera. Il sindacato: un’umiliazione per tutto il Paese
Da Roma interviene il segretario generale del Siulp che invoca l’intervento di Alfano
Felice Romano, segretario generale del sindacato di polizia Siulp, torna sul caso dei poliziotti della Volante di Como che la notte del 25 gennaio scorso sono entrati in Svizzera per inseguire un automobilista, accusando il paese elvetico di aver violato il patto bilaterale con l’Italia e chiedendo al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, di “difendere il prestigio dell’Italia e la dignità dei poliziotti».
Per Romano, «l’episodio che ha visto i poliziotti di una Volante di Como, sconfinata in territorio elvetico durante un inseguimento ad un cittadino in stato di ebbrezza dopo aver ricevuto l’autorizzazione della Sala Operativa - che a sua volta l’aveva richiesta e ottenuta tramite il centro internodale Centro di Cooperazione di Polizia e Doganale di Chiasso, disarmati dai poliziotti elvetici e accompagnati in una caserma di Lugano dove venivano interrogati e sottoposti ad alcool test, è una umiliazione all’intera nazione e ai due poliziotti comaschi oltre che una palesa violazione del patto di cooperazione esistente tra i due Paesi.
«Questa vicenda, denunciata direttamente da me ai massimi vertici del Dipartimento della P.S. per chiedere spiegazioni e un intervento immediato per ripristinare l’onore e il prestigio dei due poliziotti ma anche dell’intera Istituzione polizia e dell’Italia è l’ennesima dimostrazione di quanto sia bassa la considerazione che i Paesi confinanti hanno del nostro Paese e delle sue Istituzioni», afferma Romano, per il quale «casi analoghi, con altrettanto palesi violazioni e denigrazione dell’istituzione polizia, le avevamo già segnale per i servizi congiunti effettuati a bordo treni sulla linea del Brennero e a Bardonecchia. Anche in quell’occasione il Dipartimento della P.S. e il Ministero dell’Interno hanno fatto «orecchie da mercante» lasciando ai singoli poliziotti l’onere di difendere, da soli, il decoro e il prestigio della nostra Patria».
«È - per Romano - una situazione imbarazzante e inaccettabile che richiede un intervento immediato del Ministro Alfano, non solo perché la questione non si può considerare chiusa come un semplice incidente di percorso, così come vogliono far credere le autorità elvetiche, ma anche perché a nostro giudizio viola e mina i valori fondanti posti a base del patto di collaborazione che ha dato vita al C.C.P.D. di Chiasso oltre che offendere la dignità e il prestigio del nostro Paese. Se non ci saranno le scuse ufficiali al nostro Paese per come sono stati trattati i nostri poliziotti, che il Ministro Alfano difenda lui la sicurezza e la dignità del nostro Paese chiedendo la revoca del patto bilaterale e la chiusura del centro di cooperazione di Chiasso».
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