Cronaca / Como città
Sabato 28 Settembre 2013
Pugno di ferro sui graffitari
«Associazione a delinquere»
Per la prima volta in Italia, ieri, due writer sono stati condannati a Milano ad una pena di sei mesi e venti giorni, per associazione a delinquere finalizzata all’imbrattamento e al deturpamento
Per la prima volta in Italia due writers, ossia due giovani che armati di bomboletta spray andavano in giro per le strade a marcare il territorio con le loro firme ’tag’ scarabocchiate edifici e saracinesche, sono stati condannati per associazione per delinquere. E’ successo al Palazzo di Giustizia di Milano dove il gup Alessandra Clemente ha riconosciuto il reato contestato dalla Procura che, assieme alla Polizia Locale, ha deciso negli ultimi mesi di adottare la linea dura nei confronti dei graffitari. I due ragazzi ventenni, però, se la sono cavata con una pena bassa, 6 mesi e 20 giorni, anche rispetto alla richiesta del pm Cristian Barilli che era di un anno e due mesi.
C’è da dire, infatti, che entrambi hanno ammesso le loro responsabilità, tanto che uno dei due, quando si era presentato alla scorsa udienza, aveva detto: ’’Ho sbagliato e ora, per un senso di dovere e per bilanciare il mio errore, pagherò assistendo anziani o disabili’’. Tutti e due infatti si sono impegnati come forma di risarcimento a fare 400 ore a testa di lavori socialmente utili in centri per anziani dove potranno anche insegnare a dipingere e disegnare. Nessun versamento in denaro, dunque, ma l’adesione a un accordo riparatorio e rieducativo sulla base di un programma varato dal Comune di Milano, che era parte offesa nel procedimento e non si è costituito parte civile.
Secondo l’inchiesta coordinata dal pm Riccardo Targetti, i due writers avrebbero fatto parte di una associazione per delinquere finalizzata all’imbrattamento e al deturpamento dei muri di Milano. Un vero e proprio “sodalizio”, stando all’ imputazione, che si era dato una “organizzazione”, delle ’’regole’’ e una ’’denominazione’’: la ’crew’ Asd che andava in giro a piazzare le sue ’tag’ (’Zed’, ad esempio, era la sigla di uno dei condannati, assistito dal legale Laura Colognese). Quello che combinavano con ’’pennarelli e bombolette spray’’, sempre secondo la Procura, veniva poi da loro ’’pubblicizzato’’ sui social network.
Dell’associazione, secondo gli inquirenti, avrebbero fatto parte tra il 2010 e il 2011 altri due giovani, ’Holzo’ e ’Kaos’. Loro, però, assistiti dagli avvocati Roberto Mauro e Giovanni Volante, hanno negato ogni responsabilità. E i loro difensori hanno contestato su tutta la linea le modalità con cui sono state effettuate le indagini parlando, in sostanza, anche di irregolarità nell’accesso ai profili Facebook dei due giovani e di presunte prove raccolte ’’con stampate sul web’’. Quelle tag individuate insomma, secondo i legali, ’’non erano riconducibili a loro’’. Alla fine, il giudice ha accolto una delle loro istanze trasferendo gli atti al Tribunale per i minorenni, perché c’è il forte dubbio che i due ragazzi fossero minorenni all’epoca dei presunti illeciti. Intanto, la Procura ha aperto negli ultimi mesi una serie di altre indagini sui graffitari della città, contestando sempre l’associazione per delinquere.
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