Cronaca
Domenica 05 Aprile 2009
Quando i tubi Falck
portarono il Norge sul Polo
Realizzato dall'acciaieria di Dongo lo scheletro dei dirigibili di Nobile
Nel lontano 1926, infatti, con le Acciaierie e ferriere lombarde Falck, erano iniziati i primi esperimenti su scala industriale per tale prodotto e nel 1928 erano partite le prime grosse forniture per il mercato italiano. In occasione della festa del cinquantesimo, accolti dal direttore dello stabilimento, ingegner Severi, erano convenuti oltre 200 rappresentanti commerciali entrati anche in fabbrica per assistere dal vivo alle fasi di lavorazione.
Poi, accompagnati da Giorgio e Alberto Falck, gli ospiti erano stati ricevuti in piazza Paracchini dal sindaco Osvaldo Gobbetti, dalla giunta comunale, dal presidente della comunità montana Andrea Ortelli, dai sindaci dell’Alto Lago e da un gruppo di anziani lavoratori della ferriera.
Nella Sala d’Oro del municipio, nel ricordo del legame tra la ferriera e il paese, il sindaco «interpretando il pensiero della comunità donghese» aveva conferito la cittadinanza onoraria al presidente della società Bruno Falck e al vice presidente Vincenzo Ventafridda. Il vice sindaco Camotta, a sua volta, aveva formulato auspici per una sempre più intensa collaborazione tra comune e azienda per la creazione di nuovi posti di lavoro con riferimento agli allora 1700 dipendenti.
Era seguito un entusiasmante excursus sulle fortune della ferriera che aveva consolidato la presenza a Dongo attraverso una singolare storia d’amore. La preesistente società «Rubini, Scalini &. C.» a un certo momento della sua già lunga storia aveva deciso di porre in opera un nuovo laminatoio con fonderia di seconda fusione per la produzione di una gamma di articoli dall’industriale al casalingo e per dare impulso all’iniziativa aveva chiamato dall’Alsazia, terra di tradizioni siderurgiche, il giovane ingegnere Enrico Falck affidandogli la direzione del laminatoio. Complice l’ambiente suggestivo delle Tre Pievi, il giovane ingegnere oltre a avere incrementato la produzione aveva conquistato anche il cuore della figlia del Rubini, Irene, entrando a far parte della società. Agli inizi del XX secolo con il ritiro dalla società dei Rubini e degli Scalini, l’azienda era stata rilevata dal figlio di Enrico che aveva dato corso all’ampliamento dello stabilimento e alla fondazione del complesso industriale destinato a assumere una posizione leader nell’economia lombarda e segnatamente del Lago di Como.
Marco Luppi
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