Quando il ministro
andava in villeggiatura

Veniano rende omaggio alla figura di Paolo Carcano, a 90 anni dalla morte, con un ritratto inedito e familiare. Curava personalmente il giardino e i suoi "leggendari" alberi da frutta

Un politico d’altri tempi, una persona semplice il ministro Paolo Carcano (1843-1918). Uno di quei, forse pochi politici, che non perse mai il contatto con la gente e con i problemi quotidiani. È questo il ritratto inedito che emerge nel numero speciale dell’informatore comunale che il Comune di Veniano ha voluto dedicare all’illustre concittadino nel novantesimo della sua morte.
Una pubblicazione monografica per far conoscere Carcano e suscitare la riconoscenza dei comaschi oltre che dei venianesi. Egli amava molto Veniano dove trascorreva i periodi di vacanza, faceva tranquille passeggiate nella tenuta di famiglia. Il Ministro parlava con i venianesi, umili contadini, che si rivolgevano a lui per un consiglio come ad un amico di famiglia. Nel suo testamento lasciò scritto che se fosse morto a Veniano avrebbe voluto essere seppellito lì. Una vicinanza al territorio nonostante lo statista comasco abbia ricoperto importanti cariche di Governo dal 1889 al 1917, prima Ministro delle Finanze con Pelloux, dell’Agricoltura e dell’Industria con Saracco, delle Finanze con Zanardelli, quindi del Tesoro con Giolitti e in altri governi, dal 1905 al 1917.
Il commendator Giuseppe Rizzani, suo discendente, racconta « Voleva vivere semplicemente quando riusciva a rientrare a Veniano dai fasti romani, lo ricordavano tornare dalla caccia al Monvalino dove curava personalmente il giardino e i suoi leggendari alberi da frutta». Uno zio tenero e affettuoso con i suoi pronipoti, tanto che nelle numerose lettere alla famiglia si interessava della loro crescita. Un uomo semplice, pronto ad ascoltare chiunque, ma anche un profondo idealista, da quando studente a 17 anni diventa garibaldino e combatte a Milazzo e poi a Bezzecca. Di lui l’onorevole Venino disse: «È il simbolo vivente del più puro patriottismo italiano». Animato da forti ideali patriottici ma non per questo poco attento ai problemi del Regno d’Italia. In una lettera agli elettori del 1892 scriveva quello che poi farà come Ministro del Tesoro (1900-1909) rafforzando il bilancio statale ed elevando la lira.«Bisogna debellare il disavanzo a qualunque costo e non consolidare debiti rendendoli perpetui, traendone problemi ai posteri. Le economie vanno fatte con riforme organiche, non con misure transitorie. Il pareggio permette di proseguire con minore fatica, con vantaggio di tutti, Stato e lavoratori…».

Laura Attolico

© RIPRODUZIONE RISERVATA