Quattro anni
per l’esplosivo
in tre bancomat

Tre bancomat fatti saltare la stessa notte con il gas, poi la fuga. Ma grazie alle impronte digitali i carabinieri lo avevano individuato.

Ieri la condanna: 4 anni di carcere. Si è concluso il processo nei confronti di Giuseppe Molinelli, 33 anni di Bologna, in trasferta nella Bassa Comasca per effettuare vari furti ai danni di alcune banche.

Gli episodi contestati riguardano le prime ore della giornata del 25 novembre 2006, quando erano stati fatti esplodere tre sportelli automatici, a Villa Guardia, a Merate e a Mozzate.

Dapprima a Villa Guardia era stato fatto saltare lo sportello automatico alla Banca Intesa di via I Maggio: erano le due di notte quando con il gas i ladri avevano sventato il bancomat, scappando poi in auto con i soldi.

Nelle ore successive, i ladri avevano quindi colpito, con la stessa tecnica, sempre alla Banca Intesa, ma questa volta di Merate in provincia di Lecco, con bottino di 180 mila euro. La fuga con una Audi A6.

Infine, alle 5.45, il botto al bancomat di Mozzate, alla Sanpaolo di via Varesina, con un prelievo forzato da 80 mila euro. Ma la fuga dei ladri era durata poco: la Audi A6 era uscita di strada a Cislago e si era ribaltata. I ladri, poi, si sarebbero “trasferiti” su un’altra auto, con a bordo dei complici, lasciando però sulla vettura incidentata parte del bottino, alcune torce e una tessera Viacard.

Elementi che si sono rivelati particolarmente utili alle indagini. I carabinieri sono risaliti a Molinelli tramite le impronte digitali lasciate sulle batterie delle torce elettriche. Inoltre la tessera Viacard ha confermato dei passaggi dall’autostrada, quella stessa notte, compatibili al percorso ipotizzato per passare dalle tre banche. Senza contare che le banconote trovate erano proprio parte del bottino dei tre colpi agli sportelli automatici.

Da qui l’accusa di furto aggravato per i tutti e tre gli episodi e di ricettazione. Il pm d’udienza Paolo Moscatelli aveva chiesto una pena di 3 anni e 3 mesi e 1.200 euro di multa, mentre la difesa aveva chiesto l’assoluzione. Il giudice Gian Luca Ortore ha invece deciso per una pena addirittura superiore: 4 anni di carcere e mille euro di multa.

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