Quel crac da Como a Palermo
Trenta milioni bruciati in borsa

Al via il processo contro l’ultimo imputato del fallimento della società Ibs - Parte civile anche la Provincia del capoluogo siciliano, che sperperò un patrimonio

Como

Decine di milioni di euro appartenenti a circa trecento risparmiatori di tutta Italia, finirono dissolti tra il 2007 e il 2008 sul cosiddetto Forex, un mercato parallelo a quello finanziario costruito sul valore, in moto perpetuo, delle valute: euro, dollaro, yen, sterlina, rublo. A sperperare tutto quel ben di Dio fu una piccola società di intermediazione comasca, con sede in piazza Grimoldi, sul cui tracollo si è aperto un ultimo processo, istruito nei confronti dell’unico imputato che non ha scelto la strada del patteggiamento percorsa da tutti gli altri imputati, componenti, come lui, del “board” della società, dal presidente del cda, al direttore generale, ai consiglieri di amministrazione.

Le curiosità: tra le parti civili costituite (risparmiatori che ambiscono a un risarcimento molto difficile) c’era anche l’amministrazione provinciale di Palermo, che a Ibs affidò la bellezza di 29 milioni di euro.

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