"Basta canti in latino"
Ma il paese è con il don
Don Valentino Viganò di Somano canta ancora il <Gloria in excelsis deo>, un fedele l'ha criticato, gli altri sono con lui, pure il vice sindaco e la minoranza
O almeno così sembrerebbe leggendo un foglietto anonimo distribuito in paese e pervenuto in canonica, in cui si invita don Valentino Viganò a non esagerare con quella che è a tutt’oggi - almeno formalmente - la lingua della Chiesa cattolica.
Le critiche non firmate in realtà, rivolte non soltanto al parroco del paese, ma anche alle due parti politiche che amministrano Sormano, da tempo ormai girano sempre più insistentemente.
L’anonimo distribuisce infatti opinioni su entrambi i fronti, parlando un po’ di tutto; e qualcuno, indispettito, ha già provveduto a sporgere una denuncia per diffamazione contro ignoti ai carabinieri della stazione di Asso.
«Gloria in excelsis Deo, et in terra pax hominibus bonae voluntatis».
Il Gloria è dunque uno dei canti nel mirino di questo misterioso anonimo censore; perché solo di canti, nella lingua degli antichi romani, si parla per quanto concerne la parrocchia di Sormano: solo questa breve parte della messa è infatti in latino.
Proprio questi bigliettini di attacco al parroco don Valentino hanno fatto scoppiare un sollevamento bipartisan da parte delle due compagini politiche.
«Io ho ricevuto delle lettere anonime, la prima tra l’altro a poche settimane dall’inizio del mandato – spiega il vice sindaco Roberta Moretti -. Credo sia ora di finirla con questo comportamento assolutamente inqualificabile che dura ormai da mesi. Le messe di don Valentino sono splendide, toccanti anche nelle loro parti cantate. Chi lo critica dovrebbe firmarsi per esteso così gli risponderemmo per le rime».
D’accordo con la Moretti è anche il capogruppo di minoranza, Giuseppe Sormani che ha presentato denuncia contro ignoti, ipotizzando il reato di diffamazione.
Giovanni Cristiani
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