Ramadan a Cantù, l’appello

«Islamici aiutatevi tra voi»

Alla festa finale il vicesindaco Pavesi e monsignor Lino Cerutti

Cantù

Il primo obiettivo, ora, trovare una sede stabile per aprire un centro culturale.

Dove poter insegnare la propria lingua madre ai bambini, far imparare l’italiano alle donne e aiutare quanti si trovino in difficoltà a causa della perdita del lavoro.

A porselo è l’Associazione marocchini di Cantù, e lo stesso vicesindaco Francesco Pavesi, ieri mattina presente alla cerimonia di chiusura del Ramadan, ha rimarcato che la situazione è difficile e che una collaborazione in questo senso, sostenendo anche economicamente i membri della propria comunità che si trovino nel bisogno, è prioritaria.

Una convivenza serena quella tra i fedeli che nell’ultimo mese hanno pregato nella palestra di via Palestrina, anche perché il sindaco Claudio Bizzozero fin da subito aveva chiarito che la concessione era accordata a patto di non creare disagi ai residenti.

Ieri per la conclusione del Ramadan oltre a Francesco Pavesi era presente anche monsignor Lino Cerutti, che ha portato il saluto della comunità cristiana. Significativa la testimonianza di Maria Teresa Paciotti e Massimo Failoni – con la figlia quattordicenne – convertitisi all’Islam nel 2005. «È l’ignoranza a diffondere pregiudizi sull’Islam – spiega la moglie–. Non c’è religione più equa e giusta nei confronti delle donne. Il velo è la protezione che Dio ha voluto per noi e lo porto con grande onore e orgoglio. Qualcuno a volte mi grida per strada, tornatene nel tuo paese. E io gli rispondo che ci sono già».

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Eco di Bergamo Fine Ramadan a Cantù