Cronaca / Cantù - Mariano
Lunedì 16 Marzo 2015
Sacripanti “predica” in seminario
«Il vero campione è chi aiuta gli altri»
Lezione speciale del coach della Vitasnella a Venegono
«Lo sport ci insegna il rispetto. Il razzismo? La diversità ci arricchisce»
“Giocarsi nella vita”. Stefano “Pino” Sacripanti ha raccontato la sua esperienza di allenatore di “Vitasnella Cantù” e della Nazionale Under 20 di basket: in una cornice un po’ insolita, quella del Seminario di Venegono Inferiore (Varese).
Erano presenti quasi duecento giovani, di cui una sessantina di seminaristi del biennio, quindi di età compresa tra i 19 e i 21 anni. Oltre a loro, tanti ragazzi provenienti da numerose parrocchie della Diocesi di Milano.
A introdurre la serata un sacerdote di Cantù, don Luca Corbetta, originario della parrocchia di San Michele e vicerettore a Venegono: che ha rievocato la comune esperienza passata sui banchi della scuola media “Anzani”, dove è nata una grande amicizia con il futuro allenatore della formazione canturina.
La civile competizione
Dopo un iniziale e ironico invito a tutti i tifosi delle squadre di pallacanestro di Varese e di Milano ad allontanarsi, Sacripanti è entrato subito nel vivo del suo intervento dedicato ai valori dello sport come scelta di vita.
«Nel gioco di squadra il passaggio è il valore fondamentale – ha detto il coach canturino – Ciò non per svalutare l’impegno individuale, ma per comprendere la ragione dello stare insieme e del competere in maniera civile».
Quindi l’allenatore di “Vitasnella” ha elaborato una sorta di tavola dei valori fondamentali, delle linee guida che hanno ispirato finora la sua attività: «Anzitutto vorrei ricordare il rispetto degli avversari, con cui non ci si prende a pugni, ma ci si stringe la mano al termine dell’incontro».
Poi il rispetto di sé e dei propri compagni di squadra: «La pratica sportiva si basa su un principio elementare: il rispetto e l’osservanza delle regole che sono innanzitutto di convivenza e di partecipazione».
E ancora il ripudio del razzismo. «A Cantù, ma anche a Pesaro e a Caserta, dove ho allenato, un altro valore fondante che ho perseguito è il rispetto delle differenti etnie e nazionalità dei giocatori. Ho imparato a comprendere che la diversità è una forma di arricchimento».
Si dice spesso che lo sport è un’attività che toglie i giovani dai pericoli delle strade: «Si tratta di sante parole, perché un po’ di amici e di compagni di scuola morti per overdose purtroppo ce li ho avuti anch’io. Oggi forse non siamo più abituati a questo tipo di notizie, purtroppo negli anni trascorsi è stata una tragica realtà».
I valori di base
Altro valore di base è quello della sincerità e dell’onestà: «Come selezionatore della squadra nazionale “Under 20” devo usare tutto il tatto e la diplomazia che possiedo, ma non posso illudere le persone, devo dire loro se sono all’altezza o meno - ha chiosato Sacripanti - D’altro canto sono pochi quelli che riescono ad emergere».
«Spesso si chiamano campioni - ha concluso - In realtà io penso che i veri campioni sono quelli che aiutano le altre persone, quelli che soccorrono gli ammalati, gli scienziati che studiano i rimedi ai mali incurabili. Noi in fondo cerchiamo soltanto di divertirci e di far felici i nostri sostenitori».n
© RIPRODUZIONE RISERVATA