Cronaca
Venerdì 17 Maggio 2019
Samuel Heron
contro la finta felicità
«Essere tristi è ok, si impara a reagire»
Il rapper di Chissenefrega esce con il suo nuovo disco “ Triste ” e lancia un messaggio ai ragazzi: «Non credete a chi si mostra sempre perfetto»
Samuel Heron si è stancato di far finta di essere felice. «Io sono contorto, complesso, ragiono troppo, sono perfezionista, mi faccio mille problemi. Ho la trita fissa in testa. Pensavo fosse un problema. Invece ho capito che non c’è niente di male a essere tristi. E ho usato tutto il malessere che avevo addosso per fare il mio disco che si intitola Triste, ma triste non lo è affatto. Ci sono degli sfoghi certo, ma la mia musica è sempre così, colorata diciamo».
IL MESSAGGIO AI RAGAZZI
Samuel Heron è un rapper che è diventato famoso per canzoni tormentone come Illegale, Napapijri e Chissenefrega (che è nel disco). Uno da lui si aspetta il video da milioni di visualizzazioni su you tube non si aspetta dissertazioni filosofiche o riflessioni sulla vita. E invece lui le ha fatte, durante la presentazione del suo disco, a Milano. Ha detto di aver passato un periodo di blocco della scrittura perchè aveva perso i suoi produttori. E solo quando ha trovato il team Itaca è risorto. «All’inizio avevo paura di tutto, di snaturarmi, di cambiare. Anche il fatto di aver trovato la mia fidanzata,che fa l’infermiera e non c’entra niente con questo ambiente, all’inizio mi spaventava. Volevo fare la vita dei rapper, i locali, le donne. Pensavo mi avrebbe bloccato vivere stabilmente con una persona. Invece ho scoperto che lei è la mia forza.il mio treno. Ho 28 anni, faccio musica diversa. Sento di avere delle responsabilità verso i ragazzi. Voglio maturare».
LA RESPONSABILITA’ NEI CONFRONTI DEI GIOVANI
Una responsabilità è sul messaggio della tristezza e una sulla droga.
«Triste è un grido sentito e fortemente voluto nei confronti di una società che ci impone di essere sempre felici e “al top”. Attraverso questo disco mi sono messo per la prima volta veramente a nudo, liberandomi dai pensieri inutili e dalle maschere, mostrando anche il lato più fragile e malinconico della mia personalità. Non sono una persona (unicamente) Triste, eppure, l’esigenza di essere anche questo, si è fatta in me così forte da spingermi a metterlo in bella mostra con il mezzo comunicativo più potente a mia disposizione: la mia musica».
La seconda sulla droga: «I ragazzi non capiscono che magari fai una rima perchè è parte del personaggio, della canzone, ho capito che ti prendono in parola. Quindi anche se sono stato il primo a cantare le canne, ora ragiono, ci penso. E voglio che ci pensino anche loro».
IMPARARE A REAGIRE
Samuel ha detto che vorrebbe perfino togliersi da instagram un giorno e puntare solo sui veri fan e non su quelli che passano dalla sua bacheca solo per insultare. «I canoni imposti dai nuovi mezzi di comunicazione, dai social in primis, ci costringono più o meno inconsciamente a mostrarci sempre e solo circondati da good vibes. Non è “cool” mettere in mostra il lato più debole e delicato delle nostre anime, quando in realtà è proprio dai momenti più intensi delle nostre vite che traiamo i migliori insegnamenti, riceviamo l’opportunità di riconoscere e far emergere tutta la nostra forza, tutto il nostro talento. Il lato più vero di ognuno di noi si cela dietro ciò che di solito siamo più reticenti a mostrare, la tristezza non va temuta o evitata ma ascoltata, vissuta». Triste è cool. «Se non si impara a convivere con la tristezza non si sa come reagire e si esplode pensando che siamo gli unici a sentirci cosi in mezzo a un mondo dove tutti si mostrano felici».
UN MONDO PENALIZZANTE
Samuel ha detto che è normale sentirsi incompresi in un « mondo ostile e disorganizzato, che ostacola il raggiungimento della soddisfazione personale e degli obiettivi prefissati. Ma è anche un invito a liberarci da inutili fardelli e a svelare la nostra essenza: quando la continua ostentazione del benessere rende impossibile trovare un proprio equilibro, saper ascoltare – e ascoltarsi – accettando il confronto con la propria fragilità, ci aiuta ad essere delle persone migliori, ci svincola dall’inutile obbligo di dover fingere che vada tutto, sempre, bene».
Lui che ha ancora i segni di questa frustrazione di non poter far musica (i buchi nei capelli) adesso si sta riprendendo: «Sono un maniaco del controllo ma sto imparando anche a farmi aiutare dai miei collaboratori e dalla mia ragazza». La copertina del disco. una tromba come arma e un foulard fiorato come bandana, è un invito a ribellarsi usando l’anima non la violenza. Samuel viene da La Spezia ed è un ex ballerino. «I balletti sono il mio asso nella manica quelli li tengo, solo faccio anceh musica più matura».
I FEATURING E GLI INSTORE
Il suo disco è colorato anche quando contiene sfoghi o canzoni più intime. E ha featuring importanti. Lo Stato sociale in “Londra”. Tony Effe in “Papi Chulo”. Gli scratch di dj TY1 nella traccia “Gang gang (prima)”. Firmano le produzioni i migliori della scena odierna: è team ITACA (E. Maimone, L. Grillotti, F. Mercuri, G. Cremona), l’assodato connubio con Pankees e il genio Sick Luke.
Dal 19 maggio Samuel Heron sarà impegnato nel “TRISTE INSTORE TOUR” che lo vedrà protagonista nelle principali città italiane per l’atteso incontro con i fan.
Il “TRISTE INSTORE TOUR” partirà domenica 19 maggio con un doppio appuntamento, prima a Varese e poi a Milano, per proseguire lunedì 21 maggio a Torino, martedì 21 maggio a Genova, mercoledì 22 maggio prima a Lucca e poi a Firenze e giovedì 23 maggio a Roma.
Il rapper sarà poi pronto per affrontare una lunga estate di performance dal vivo che, a partire da giugno, lo terranno impegnato nelle principali venue tra prestigiosi festival, club e summer arena.
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