Scienziato Usa senza visto
Salta il corso al Grumello

Ha dovuto rinunciare alla Como lake school anche se aveva già pagato il biglietto aereo

Como

Lo scienziato è abituato a girare il mondo.

Di origine indiana ha lavorato tre anni in Svezia e ora in un’università della Virginia. Era già iscritto al corso della Lake Como school of advanced studies al Grumello. Roba da cervelloni, trenta studenti soltanto. Aveva già comperato il biglietto aereo. Ma il suo viaggio si è arenato all’ambasciata di Washington dove era stato convocato per l’intervista dopo aver fatto la domanda per il visto.

Il colloquio si è concluso con la constatazione che la domanda andava inoltrata a Filadelfia competente per la parte della Virginia dove vive. Così, visto che i tempi ormai erano ridotti, il ricercatore ha dovuto rinunciare. Con grande rammarico dell’amico e collega Carlo Canali, uno degli organizzatori del corso: «Io lo conosco bene, ho lavorato con lui in Svezia. È un ricercatore qualificato e preparato. Non capisco perché abbia avuto tutti questi problemi». Il punto è che all’ambasciata italiana di Washington avrebbero dovuto subito capire che competente per il suo caso era Filadelfia. «Ma se ne sono accorti solo dopo averlo chiamato per l’audizione - dice Canali - e non era solo il problema di fare un altro viaggio, era anche il fatto che i tempi ormai erano scaduti».

«È successo un caso simile a una professoressa - commenta il professor Giulio Casati, del dipartimento di scienze e tecnologie dell’Insubria -. Tra 15-20 anni la Cina diventerà leader mondiale del high tech e noi, occupati nelle faccende personali di Berlusconi, nemmeno diamo il permesso di entrare in Italia a persone di alta qualificazione scientica».

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