Cronaca / Como città
Martedì 11 Giugno 2013
Scuola: la crisi taglia la settimana
Niente sabato per risparmiare
Molti istituti cittadini stanno valutando le lezioni su cinque giorni «Oltre al risparmio energetico si riducono mobilità e trasporto»
Como
Basta sabato a scuola, Como è già pronta per la settimana corta. A Milano provveditorato e Provincia propongono di stare a casa al sabato per risparmiare sui riscaldamenti, già l’anno scorso la Provincia comasca aveva avvertito che i tagli avrebbero rischiato di tenere al freddo gli alunni delle secondarie.
I dubbi dei consigli d’istituto
Ripamonti è uno dei pochi istituti superiori lombardi a fare la settimana corta, il sabato a casa sarà introdotto da settembre anche nel distaccamento Da Vinci. Il dirigente Pasquale Clemente spiega: «Il sabato a casa offre una giornata libera fissa agli insegnanti, l’orario si costruisce con facilità. I
ragazzi recuperano meglio e il lunedì sono freschi, così le famiglie possono goderseli di più. Oltre al risparmio energetico si riduce anche mobilità e trasporto».
Come reggente del comprensivo di Lora Clemente ha proposto l’introduzione della settimana corta, il consiglio l’ha bocciata, resta il sabato solo per le secondarie. Anche Valentina Grohovaz nel comprensivo Como centro città ci ha provato, racconta: «Niente, ho raccolto solo dieci iscritti per le secondarie. Sarebbe utile per non sovraffollare la mensa. I genitori preferiscono i pomeriggi liberi per le attività sportive e culturali dei figli, evitano i rientri».
Perché chi non va a scuola il sabato fa più ore il pomeriggio in settimana. Negli ordini inferiori sono pochi i plessi che tengono aperto, Como è già virtuosa in questo senso, certo lo è meno per quei genitori che lavorano anche al sabato e non hanno nonni sui quali contare.
Primarie aperte solo in via XX settembre, a Sagnino, Monteolimpino e Ponte Chiasso, escluse le quinte, si va al sabato anche a Birago per il comprensivo di Albate. Le secondarie di primo grado aperte sono a Prestino, in via Cuzzi e in 4 sezioni su 10 di Como Borghi.
Docenti e genitori sono restii a togliere il sabato dai calendari scolastici, è pur vero però che a Como le scuole con la settimana lunga si contano sulle dita di una mano. Primarie e secondarie hanno già fatto questo passo, ora ragionano istituti tecnici e licei, per il Giovio il dirigente Marzio Caggiano ragiona: «Vedremo se l’amministrazione provinciale avrà disponibilità o meno.
«Però eliminare il sabato sarebbe opportuno, toglieremmo i rientri pomeridiani e garantiremmo un miglior recupero psicofisico agli studenti nel weekend».
Valutazione complessa
Il dubbio resta: se la crisi economica possa o meno migliorare il mondo della scuola. Secondo il dirigente dell’ufficio provinciale Claudio Merletti: «L’orario scolastico deve essere deciso dal consiglio d’istituto. Il consiglio non è irresponsabile, valuta le ragioni fondate, l’eventuale contenimento della spesa: bisogna essere costruttivi. Non è detto che con teleriscaldamento e più rientri e più mense togliere il sabato significhi risparmiare. Valutiamo insieme a Comune e Provincia».
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