Cronaca / Como città
Giovedì 23 Gennaio 2014
«Sedici anni, età difficile
e Como non offre nulla»
I ragazzi non hanno alternative valide alla discoteca dicono le mamme
Como
«Sedici anni è un’età difficile, in cui si può essere anche molto autodistruttivi. La colpa è dovuta anche al Comune che non offre alternative su cosa fare la sera, a questi ragazzi ».
mamma di cinque figli. Il terzo era al Made durante il concerto di Parla la mamma di cinque figlii, Il terzo era a vedere Gue Pequeno «ma non si è accorto di niente l’ho saputo da mia figlia».
«A sedici anni non è che puoi andare molto lontano e a Como non c’è niente.Almeno con i primi due, c’era il cinema in via XX settembre, ma ora non c’è più neppure quello. E quindi o prendono due bus e vanno a Montano, dove tra l’altro ci sono state altre risse,o vanno al Made. Capisco che la situazione sia complessa ma ci sarà anche un modo per uscirne, l’Asl è in giro a controllarei negozo, potrà controllare anche un bar»
«D’altronde, quando uno è dentro, se non c’è una legge che impedisce di servire super alcolici non si può far niente. Piuttosto si tratterebbe di creare un posto per canalizzare le energie di un ragazzo di questa età». Nel dibattito intervengono anche altre mamme che su Facebook de La Provincia commentano rispondono al titolare del Made secondo il quale molte colpe le hanno anche i genitori che non controllano e addirittura chiedono super alcolici per le feste dei figli sedicenni. «Nostro dovere di genitore - scrive una mamma -è quello di dare regole e di fare capire ciò che è bene e che male ma vostro dovere eè quello di monitorare i tavoli chiedendo nuovamente carte d identità o altro . Anche voi avete i vostri torti».
«Ha ragione Cecconello - scrive Gitex -, la colpa spesso è dei genitori che non sono più capaci di farlo con autorità come si faceva ai miei tempi. Non li educano ad un comportamento sano, non li controllano e gli consentono tutto pur di non farli arrabbiare».
A Riccardo Cecconello risponde anche un’altra mamma: «La gioventù è cambiata. Io a 16 anni non sapevo cosa fosse uno spritz, andavo all’oratorio. Oggi, il sabato in centro nei bar i giovanissimi fanno gli aperitivi. Tv e giornali magnificano un certo mondo, e il ragazzo esagera senza saperlo. Ma non si può generalizzare incolpando le famiglie».
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