«Senza l’alcol
nessuno di noi si diverte»

Parla un ragazzo di 18 anni: fino a quando non arriva da bere, nessuno festeggia

La mamma: «I documenti falsi sono una consuetudine per entrare, l’ha fatto anche mia figlia una volta»

«Il punto è molto semplice. Arrivi a 15 anni e quando esci la sera ti dicono: divertiti. Ma in realtà, fino a quando non arriva l’alcol, nessuno sa cosa fare, nessuno parla, nessuno fa niente. Tra noi giovani c’è la convinzione che se non bevi non ti diverti. E, infatti, appena arriva l’alcol, anche se è solo un bicchiere, anche se non sei ubriaco, ti sciogli e inizia la serata».

Vodka e rum

Giacomo Malinverno, figlio di un’insegnante, Paola Fagetti Malinverno, ha 18 anni. E dice che ormai è fuori «da quella fase lì in cui tutti dicono ho bevuto e mi sono divertito, tralasciando il fatto che magari si sono sentiti male».

Giacomo racconta l’alcol visto dai ragazzi,dove per alcol si intende «spumante e superalcolici». E dove per superalcolici si intende: «va beh vodka, rum, sambuca». Questo gira, «in discoteca, alle feste di compleanno, ai falò». «Inizia a 15-16 anni perché vedi gli altri che si divertono e vuoi essere come gli altri. Poi c’è chi smette dopo essere stato male e chi dice non lo farò mai più e il sabato dopo è ancora lì che beve. Io mi ricordo casi di ragazzi che sono finiti in ospedale. Alcuni avevano i genitori assenti altri troppo proibizionisti. Così la prima volta che sono usciti hanno subito esagerato». Alcune mamme dicono che alla fine è colpa di Como che non offre niente se non il Made e L’Uci di Montano.

Ma Giacomo smonta anche questa teoria: «Si è vero a Como non ci sono locali che fanno musica, ma anche se ci fossero non cambierebbe nulla, le serate in discoteca sono così. Vai lì e bevi»

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