Stadio e degrado, i tifosi:
«Le altre città intervengono»
Bella: «Serve un progetto»

Protesta social e via mail degli azzurri. L’assessore: «Pronti ad allungare la concessione, ma la società deve presentare un piano di interventi»

Hanno scelto di utilizzare l’ironia i tifosi del Calcio Como per chiedere a gran voce lavori sullo stadio Sinigaglia e hanno chiamato in causa, con un fotomontaggio, s’intende, persino l’attore americano George Clooney. A questo si aggiungono anche collage di foto che ritraggono diversi impianti in altre città italiane che versano in condizioni nettamente migliori rispetto a Como. Si va da Potenza a Carrara, da Busto Arsizio a Salerno, da Potenza a Vicenza. Il tutto corredato dall’hashtag “svegliacomune”.

L’assessore ai Lavori pubblici Vincenzo Bella interviene sulle polemiche, l’ultima delle quali riguarda chi tra società e Comune debba pagare la sistemazione dei bagni e le infiltrazioni dai lucernari. «Le manutenzioni ordinarie e straordinarie - spiega - sono classificate dal testo unico e si tratta di questioni meramente tecniche e burocratiche». Poi, però, apre a una concessione più lunga e a una riqualificazione importante che sembra voglia mettere in atto la nuova società.

«La vera soluzione complessiva - aggiunge - sarà quella di un progetto complessivo da attuare sullo stadio, visto che per molto tempo non è stato fatto nulla sulla struttura. Se la società è interessata a presentare un piano completo, che chiarisca di quali spazi hanno bisogno e cosa intendono fare, non possiamo che esserne felici. Mi sembra chiaro che, in quel caso, la concessione debba essere allungata per un tempo che garantisca loro di avere un ritorno economico degli investimenti che andranno a fare».

Apertura in questo senso era arrivata già dal sindaco Mario Landriscina, come pure dall’assessore al Patrimonio Francesco Pettignano. L’assessore allo Sport Marco Galli si era già espresso nella stessa direzione. La palla, insomma, passa alla proprietà del Como per la presentazione del progetto. «Non c’è da parte nostra alcuna volontà di ostacolare i privati - aggiunge Bella - e se vogliono investire sono i benvenuti. Parliamo di una struttura fragile, pensata in origine come velodromo e poi adattata a stadio, vincolata, aperta al pubblico e quindi con norme ulteriormente restrittive, che probabilmente negli anni non è stata in cima ai pensieri delle varie amministrazioni».

Difficile, quindi, pensare che possa essere il Comune a mettere in atto un maxi piano di riqualificazione (sono previsti interventi per 200mila euro sulle coperture e la sostituzione delle tapparelle della sede, finite negli ultimi giorni nel mirino dei tifosi), non tanto per una questione finanziaria, ma di progettazione (gli sforzi principali sono al momento concentrati sulle scuole). «Un intervento del privato - chiude l’assessore - sarebbe l’ideale poiché potrebbe agire in tempi decisamente più brevi rispetto a quelli dell’amministrazione. Da parte nostra c’è la massima disponibilità».

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