Cronaca
Lunedì 16 Novembre 2015
Strage di Parigi. In fuga un altro kamikaze
Secondo alcune fonti dei servizi segreti, un altro attentatore dell’Isis sarebbe finora riuscito a sfuggire alla polizia. Altri arresti in Belgio e In Germania: Crescono i controlli in tutta Europa, previste misure più rigide per gli stadi, ma in Francia il governo spiega che non vuole bloccare i campionati. Sul piano politico Hollande cerca di stringere il coordinamento con Usa e Russia per attaccare l’Isis in Siria
C’è un altro attentatore in fuga: lo dicono uomini dei servizi segreti francesi. Sarebbe stato sulla Seat nera usata per gli attacchi ai caffè nel 10/o e 11/o arrondissement, insieme ai fratelli Brahimi e Salah Abdeslam. Altri arresti in Belgio e Germania. In tutta Europa si stringono le maglie della sorveglianza sui profughi dalla Siria.
Hollande: la Francia è in guerra contro l’Isis. Ue intervenga con noi. Il Presidente a Versailles, chiede modifica Carta e a Ue attivarsi di fronte aggressione stato membro. Emergenza sarà prolungata 3 mesi: ’faremo più raid in Siria, ma accogliere chi ha diritto asilo’. Prossimo incontro con Obama e Putin per unire forze. Alla Sorbona con studenti, minuto silenzio e poi la Marsigliese.---.
Intanto il terrorista Salah Abdeslam è in fuga e lo si cerca in tutta Europa. Esito negativo dopo l’ assedio a Molenbeek, in Belgio, per stanare Salah Abdeslam, l’ottavo del massacro di Parigi. Cinque i kamikaze identificati, arresti nella notte. Servizi francesi nella bufera.
«L’artificiere delle stragi di Parigi è nelle mani della polizia belga”: è quanto ha riferito lunedì pomeriggio Dominique Rizet, un esperto francese sempre informato sulle questioni dell’intelligence. Per lui, il bombarolo sarebbe Mohamed Amri, 27 anni, una delle persone fermate a Molenbeek, nonché proprietario della Golf sequestrata a rue Dubois Thorn, attualmente in stato d’arresto. Ma nelle ultime ore si è diffusa la notizia di un secondo artificiere arrestato a Bruxelles e considerato tra i fiancheggiatori dei terroristi. Nelle abitazioni di quelli che sono considerati come gli artificieri delle stragi di Parigi è stato trovato nitrato di ammonio
«A Molenbeek, è stata scoperta una grande quantità di nitrato necessario per fabbricare delle bombe», ha affermato Rizet intervenendo dagli studi di BFM-TV. L’esperto ha anche precisato che il ragazzo di 27 anni - attualmente in stato d’arresto in Belgio con l’accusa di attentato terroristico - è il proprietario nonché uno degli uomini a bordo della Golf 3 partiti nella notte dal Belgio per andare a recuperare Salah Abdeslam a Montreuil, la banlieue di Parigi dove quest’ultimo avrebbe lasciato la Seat nera carica di kalashnikov dopo le stragi. Ma al momento non ci sono conferme ufficiali.
Oltre 160 perquisizioni in tutta la Francia, 23 arresti, 104 persone ai domiciliari. Una caccia senza sosta, quella della polizia francese, ai complici del commando che venerdì 13 novembre ha seminato morte e terrore nel cuore di Parigi.
Si è poi rivelato un falso allarme la presenza di un terrorista in Italia. È stata infatti ritrovata a Parigi la Seat Ibiza nera, targata GUT 18053 e ricercata anche in tutto il Nord Italia. A bordo ci sarebbe un francese di 32 anni, Baptiste Burgy. Le autorità francesi sospettano possa essere uno dei terroristi del commando parigino. Già sabato mattina era stata diramata una nota dal servizio di cooperazione internazionale di polizia - e quindi anche in Italia - in cui si chiedeva di ricercare l’auto in questione. All’Ucigos (Ufficio centrale antiterrorismo italiano) “non risulta che la vettura sia entrata nel territorio italiano”.
Almeno tre persone sono state fermate a Tolosa, nel quartiere dove vive Mohamed Merah, il 23enne di origini algerine che nel marzo del 2012 aveva ucciso 7 persone, fra cui 3 bambini. Perquisizioni anche nel nord del Paese, vicino al confine con il Belgio, a Grenoble, Echirolles, Fontaine e Saint-Martin-d’Heres. Cinque le persone arrestate a Lione, dove è stato rinvenuto «un vero e proprio arsenale» che includeva un lancia-razzi, un kalashnikov, varie pistole automatiche e giubbotti anti-proiettile. Blitz della polizia anche a Parigi, nella zona Seine-Saint-Denis.
La cellula responsabile della morte di 129 persone era composta da almeno una dozzina di persone. Nove dei quali appartenenti al commando. Abdelhamid Abaaoud, 28enne di origini marocchine, anche lui residente nel quartiere di Molenbeek a Bruxelles, è l’uomo che i servizi di sicurezza belgi sospettano sia la «mente» degli attacchi di Parigi. Almeno due fra i kamikaze già identificati erano uomini a lui vicini: insieme avevano compiuto alcuni reati in belgio, per poi trasferirsi in Siria. Già considerato responsabile di un fallito attentato contro la polizia belga, l’ultima volta che era stato identificato, a gennaio 2015, si trovava in Grecia. Da allora di lui si erano perse le tracce.
La cellula aveva la sua base in Belgio, a Bruxelles, ma l’operazione è stata direttamente diretta dai quadri dell’Isis. Della cellula fanno parte anche tre fratelli, tutti di cittadinanza francese ma residenti in Belgio. Nella notte di venerdì, il commando è diviso in tre squadre di tre uomini ciascuna. La prima colpirà allo Stade de France. E ne fanno parte, oltre al sedicente “siriano” Ahmad Almohammad, anche Bilal Hadfi, un foreign fighter reduce dal fronte siriano. La seconda al “Bataclan”. La terza, nell’undicesimo e - si scopre ora - anche nel 18 arrondisment, a Montmartre (o almeno questo è il piano, perché nel diciottesimo, per qualche ragione, la morte non arriverà). La squadra che raggiunge il Bataclan viaggia su una Volkswagen Polo nera con targa belga che arriva in zona due ore prima della strage. Quella che colpirà in rue de la Fontaine ou Roi su una Seat Leon nera. Anch’essa con targa belga. I tre terroristi che seminano la morte nel teatro e che - secondo alcune testimonianze - poco prima dell’irruzione della polizia chiederanno di poter parlare con il gestore (forse perché credono che il locale sia ancora di proprietà di una nota famiglia ebrea) non ne usciranno vivi.
«Abbiamo avuto indicazioni che stava accadendo qualcosa, ma non c’erano abbastanza informazioni per intervenire», ha detto uno dei funzionari dell’intelligence al New York Times. «Non sapevamo quando sarebbe stato e dove», ha precisato, mentre un collega ha spiegato che «chiaramente qualcosa era nell’aria, ma non c’erano dettagli». Secondo il Nyt, diverse agenzie di intelligence occidentali hanno contribuito a sviluppare queste informazioni.
Il Califfo dell’Isis Al-Baghdadi in persona ha dato ordine di colpire i Paesi della coalizione impegnati nei bombardamenti in Iraq e Siria con “bombe, omicidi e presa d’ostaggi”. Gli 007 iracheni - apprende l’Ap che ha visionato il documento dei servizi - avevano avvertito i governi occidentali, in particolare la Francia, il giorno prima degli attacchi. L’Isis - scrive la Abc citando funzionari statunitensi - ha creato un’unità al proprio interno dedicata esclusivamente alla pianificazione e realizzazione di attentati all’estero, in particolare in Europa occidentale e Stati Uniti. Inoltre, secondo le informazioni dei servizi segreti iracheni, l’attacco è stato preparato a Raqqa, in Siria, dove nei mesi scorsi un gruppo di terroristi erano stati preparati specificatamente per l’operazione nella capitale francese: 24 i jihadisti coinvolti, 19 per gli attacchi terroristici e cinque con compiti logistici. La Francia sta bombardando con i suoi jet Raqqa, la “capitale” dell’Isis in Siria.
Tensione alle stelle a Parigi “dopo falsi allarmi” a causa del lancio di petardi. Gruppi di persone si sono messe a correre nelle strade attorno alla Bastiglia, quando qualcuno ha udito un’esplosione nel quartiere del Marais, nei pressi della rue des Rosiers, il cuore del quartiere ebraico. E in un’altra zona della città, a place de la Republique, durante l’omaggio alle vittime, con migliaia di persone presenti, la polizia ha evacuato la piazza, qualcuno ha udito degli spari.
Al Azhar, il centro teologico più importante dell’Islam sunnita con sede al Cairo, ha condannato gli attacchi alle moschee nei Paesi occidentali seguiti alle stragi di Parigi e ha chiesto che i governi occidentali proteggano i musulmani. «Tali incidenti alimentano la tensione in modo da favorire le forze del male», afferma Al Azhar. Lo riferisce la Mena.
Intanto la famiglia di Valeria Solesin dovrebbe partire domani da Venezia per Parigi, da dove riporterà a casa la salma della congiunta. Lo ha detto il fratello della studentessa morta al ’Bataclan’, Dario Solesin. Si attende che le autorità francesi svolgano le formalità di rito e il corpo sia composto, per riportare Valeria in Italia. “Credo che per Parigi partiremo domani. La data dei funerali? Non voglio nemmeno pensarci” ha risposto il giovane.
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