Tampone obbligatorio per chi arriva dalla Cina. Il ministro Schillaci: «Troppi contagi e i vaccini cinesi sono poco efficaci»

Pandemia Un nuova ondata di covid ha toccato la Cina a seguito dell’allentamento delle restrizioni come conseguenza delle forti proteste in tutto il Paese. Ora però si teme che il virus possa tornare a circolare anche in Europa

La decisione del ministro della salute Orazio Schillaci è arrivata ieri, mercoledì 28 dicembre: chi arriva o transita in Italia proveniendo dalla Cina dovrà sottoporsi obbligatoriamente al tampone antigenico. Una misura che è diretta conseguenza dell’aumento dell’incidenza del virus in Cina dove, a seguito di un lungo periodo di lockdown forzati per gran parte della popolazione, nel tentativo di perseguire la politica “zero Covid”, e a partire dai quali sono cresciute le proteste tra i cittadini, si è optato ora per un improvviso allentamento delle misure. Questo però ha provocato una nuova ondata di contagi in Cina: è difficile parlare di numeri quando è coinvolto una paese come la Cina, ma stando ad alcune informazioni interne raccolte da Bloomberg, si stima che nei primi 20 giorni di dicembre almeno 248 milioni di persone abbiano contratto il coronavirus, quasi il 20 per cento dell’intera popolazione cinese.

«Oltretutto i vaccini cinesi evidentemente sono stati poco efficaci - ha aggiunto il Ministro - quindi pensiamo che ci sia un grande numero di contagi in Cina. I dati delle autorità cinesi oggi non sono pubblicati, quindi per maggiore sicurezza siamo i primi in Europa e faremo questo tipo di attività». Infatti, la Cina ha rifiutato di acquistare e adottare i vaccini a mRna prodotti in Occidente, e nonostante le promesse fatte alla popolazione di produrne di propri, di fatto però ha fornito ai propri cittadini solo vaccini di tipo tradizionale sviluppati dall’industria farmaceutica cinese e basati su una versione inerte del SARS-CoV-2, meno efficaci rispetto a quelli basati sulla tecnica dell’mRna.

«La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana» ha aggiunto Schillaci, sottolineando come sia fondamentale, in caso di un tampone positivo, poi sequenziarlo e vedere quali sono le varianti presenti. «Noi siamo molto tranquilli - ha evidenziato - speriamo che le varianti siano già presenti sul territorio nazionale. Questo sarebbe un dato molto confortante».

Il Governo italiano peraltro ha già inviato una lettera al commissario europeo per notificare questo provvedimento e chiedere un accordo a livello europeo che preveda simili iniziative in tutto il territorio dell’Unione. Ma già in altre parti del mondo l’allerta nei confronti dei viaggiatori da e verso Cina è scattata: molti governi stanno valutando misure simili a quelle prese dall’Italia, altri invece le hanno già messe in atto. Tra questi gli Stati Uniti, dove dal 5 gennaio i viaggiatori provenienti dalla Cina potranno entrare solo con un tampone negativo non più vecchio di due giorni, il Giappone che ha a sua volta introdotto l’obbligo del tampone negativo per chi arriva dalla Cina, stessa situazione in India e a Taiwan, a partire dal nuovo anno.

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