La nuova tangenziale
Serve poco ed è a pagamento

Dall’autostrada passando in galleria e viadotti in un tragitto di 2 km che costerà 60 centesimi

Al lavoro ogni giorno sul cantiere 300 operai

A volte i viaggi possono iniziare dalla fine. E la fine, per la tangenziale di Como, ha la forma di un ottovolante in asfalto nel cuore di un’area verde e in quella che, tolta qualche casa, potrebbe essere una fotografia di una zona di campagna. C’è perfino un ponticello (quello che porta al meno ameno carcere del Bassone) e, guardando l’orizzonte, nessuno si sorprenderebbe di veder comparire un asinello o una contadina con l’immancabile foulard in testa.

Un giro di 360 gradi

Eppure, girandosi di 360 gradi, si vede, già transennata, l’area su cui tra un anno ci sarà l’uscita del primo lotto della tangenziale di Como. Da Grandate all’Acquanera. E viceversa. Perché l’ottovolante, almeno per ora, si annoda su se stesso e la grande opera che toglierà traffico è dimezzata. Dal maxi svincolo avrebbe dovuto iniziare il secondo lotto che - secondo il progetto iniziale della tangenziale di Como - avrebbe dovuto deviare le auto portandole ad Albese con Cassano. Un bypass da Oltrecolle, Lipomo, Tavernerio per velocizzare i collegamenti per Lecco e per Bergamo.

Ma dall’ottovolante partirà una sola strada, che porterà in via Tentorio, via Del Lavoro e sbucherà in via Canturina, innestandosi sul viadotto dei Lavatoi. E, una seconda, sarà invece diretta a Casnate.

Il tratto di collegamento tra l’Acquanera e l’imbocco della galleria è in fase di costruzione. Ogni giorno, infatti, con turni che coprono l’intero arco della giornata, ci sono 300 operai al lavoro per quella che, seppur dimezzata, è già stata ribattezzata la grande opera di Como.

Il viaggio vero, quello sull’auto che solleva la polvere in una giornata mai tanto torrida, inizia qualche centinaia di metri più avanti rispetto a sorgerà il viadotto una volta conclusi i lavori. In via Scalabrini. La strada è già modificata proprio nel corso del cantiere per la Pedemontana, il maxi sistema viabilistico che collegherà tra loro le province di Varese, Milano, Como, Monza Brianza e Bergamo.

Si entra subito in galleria. Il fondo è sterrato, ma la volta è praticamente conclusa e lo spazio è sufficiente per due corsie di marcia più le aree di emergenza.

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