Cronaca / Como città
Mercoledì 17 Luglio 2013
Tassa rifiuti,
la rivolta dei bar
Confcommercio: «Non si può applicare il 60% in più ad attività che soffrono la crisi
Appello ai sindaci: «Troppo alto il 18% di rincaro per gli hotel, facciano pagare in base agli scarti »
Vogliono tutti sapere se si pagherà di più. Perché alla fine che la tassa rifiuti cambi il nome da Tarsu a Tares importa a pochi. Ma è la paura che il saldo finale superi la vecchia Tarsu che fa tremare tutti.
E infatti negli uffici comunali ci sono affollamenti di cittadini e titolari di attività che vogliono sapere se all’anticipo, da pagare in questi giorni e ancora secondo le vecchie regole, ci sarà un aggravio al momento del saldo, con i nuovi parametri.
Per alcuni non è solo una paura ma è la realtà. I bar si ritroveranno a pagare il 60 per cento in più, da 574 a 934 per far un esempio di un locale di cento metri quadrati.
Stando alle proiezioni del solo Comune di Como saranno le attività più penalizzate, seguite dagli alberghi con ristorante (+ 17,9 per cento) e dalle associazioni (+15).
Per questo Confcommercio lancia un appello: «Il sistema con cui viene calcolata la Tares è penalizzante. Rischia di soffocare commercianti e famiglie per l’eccessivo peso economico che comporta. Chiediamo ai sindaci del Comasco che sono sempre stati sensibili sull’argomento di trovare un altro sistema di reperire i fondi».
Ci sono pizzerie che si sono trovate con una prima di bolletta da pagare di 3500 euro, che in saldo diventerà 5mila quando con la Tarsu pagavano circa 2600-2700. Il 40 per cento in più.
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