Cronaca / Como città
Venerdì 12 Giugno 2015
Telecamere ko, nessun allarme
Palazzo Cernezzi è senza difese
Dopo il clamoroso furto dell’altra notte. L’ipotesi: hanno approfittato del concerto organizzato nel cortile antico
Ci sono telecamere dappertutto, nel cortile di Palazzo Cernezzi, ma non ne funziona mezza. Di sistemi di allarme, nemmeno a parlarne. L’ascensore che dal cosiddetto cortile “antico”, quello che si affaccia su via Vittorio Emanuele, sale al primo piano, funziona “h24”, giorno e notte. Basta chiamarlo.
Quanto alle telecamere attive in via Vittorio Emanuele e nei dintorni del palazzo, e che a quanto pare funzionano eccome, sarebbero di fatto cieche, visto che alla centrale operativa della Polizia locale ci sono due monitor fuori servizio da un pezzo. In altre parole registrano (le immagini ieri sono state acquisite) ma non consentono un controllo “live”.
In altre parole: entrare a Palazzo Cernezzi è uno scherzo, e lo è stato a maggior ragione in una serata come quella di martedì, con un concerto programmato nell’ambito della rassegna “Como Live”, voci, note e strumenti a coprire i rumori degli scassinatori. La signora Rosa, custode del palazzo, ha spiegato ai carabinieri di avere compiuto un ultimo giro negli uffici attorno alle 20.30, di avere chiuso porte e finestre e di essersi ritirata nel suo alloggio poco più tardi, senza avere visto nulla di strano. Qualche minuto dopo, i ladri entravano in azione.
C’è un problema serio di sicurezza. In occasione di eventi come quello dell’altra sera, in Municipio c’è un gran viavai, senza che nessun usciere presti servizio in regime di straordinario («non ci pagano», fa notare uno di loro all’indomani del furto). Dieci minuti prima delle venti termina il turno di lavoro, grazie e arrivederci. Tutti a casa. Le chiavi, almeno per gli eventi di Como live, vengono affidate ad Alfredo Caprani, regista e volto noto dello spettacolo comasco. L’ultimo che chiude la porta è in genere un dipendente del settore Cultura che però si presenta al termine del concerto per sbarrare l’ingresso di via Vittorio Emanuele. Il cancello che si affaccia su via Sauro, invece, viene chiuso prima. Al mattino provvedono poi a riaprirlo gli addetti delle pulizie, gli stessi che all’alba di ieri si sono accorti dell’incursione e hanno lanciato l’allarme. Di solito arrivano attorno alle 6.30.
Quindi: tra le varie ipotesi spese in queste ore, si fa largo quella che i ladri siano entrati più o meno indisturbati dal cortile “antico”, che siano saliti altrettanto indisturbati attraverso l’ascensore e che dall’anticamera dell’ufficio del sindaco abbiano iniziato il loro tour negli uffici al primo piano del palazzo, salvo poi dileguarsi attraverso la porta antipanico che si apre su via Indipendenza, in corrispondenza dell’ufficio notifiche. Anche questa porta, che dall’interno si apre semplicemente spingendola, dovrebbe essere collegata a un sistema di allarme che non funziona da una vita, sempre che mai abbia funzionato.
«Sono venuto via attorno alle 21 - ricostruisce all’indomani lo stesso Caprani - C’era un pubblico foltissimo, tantissimi spettatori costretti a restare in piedi, il cortile era strapieno». Dice il regista che i tecnici che lavorano con lui, e che si sono fermati per tutta la durata della manifestazione, assicurano di non essersi accorti di nulla. Di non avere udito rumori strani né di avere visto persone sospette, ché d’altra parte, in quel caos, avrebbero avuto vita facile a nascondersi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA