Ticosa, il progettista
arrestato "parla"

In una telefonata Casamonti raccomanda il tecnico del Comune di Como che gestì l'appalto: "Mi sento in dovere di garantirgli qualcosa"

COMO - Aveva fatto scalpore a Como la notizia dell’arresto a Firenze dell’architetto Marco Casamonti, poi ai domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta sull’intervento urbanistico di Castello che vede coinvolti Fondiaria-Sai e alcuni assessori della giunta Dominici.
Casamonti è il capo progettista, il "papà" del piano di recupero dell’area Ticosa, messa all’asta dal Comune in una gara gestita dall’allora dirigente comunale Francesco Salinitro e vinta dalla società Multi. Ma ora Casamonti "parla". E forse faranno più scalpore le intercettazioni di Casamonti con un sindaco della Toscana in cui cita proprio Salinitro perorando per lui un appalto e spiegando: «Mi sento in dovere di garantirgli qualcosa». Recentemente era emerso che Salinitro, uscito dal Comune perché scaduto il suo contratto a termine, è stato assunto dallo studio di architetti Archea, di cui Casamonti è proprietario e co-fondatore.

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