Troppe donne al timone dell’azienda
Esistono anche le quote azzurre

Troppe donne nel consiglio di amministrazione di Asp: per l’ex sindaco Galli non è stata rispetta la legge e l’Azienda servizi alla persona rischia la decadenza.

L’amministrazione guidata dal sindaco Luigi Monza ha deciso si sostituire il presidente Roberto Richetti, con Maria Luisa Gessaga. Al fianco di Gessaga, come previsto dalle normative vigenti, sono stati nominati i dipendenti comunali Michelle Beretta e Daniela Roccia.

«La presenza di tre rappresentanti dello stesso genere femminile induce a ritenere che non sia rispettata la cosiddetta parità di genere, prevista dalla legge 7 agosto 2012 e dalla 120 del 2011 – fa sapere l’ex-sindaco Giancarlo Galli - le vigenti disposizioni in materia inducono a ritenere che anche per la nomina dei dipendenti nel cda di Asp occorra un preciso indirizzo del consiglio comunale, da mettere all’ordine del giorno del consiglio comunale; il mancato rispetto della normativa riteniamo comporti infatti la decadenza dell’organo di amministrazione della partecipata».

L’ex-primo cittadino chiede poi chiarezza sugli equilibri finanziari della partecipata e paventa il rischio che possano sorgere problemi nell’assicurare i necessari finanziamenti sulla base del precedente contratto,.

« Sinceramente fa un po’ sorridere l’osservazione riguardo alle troppe donne nel Cda di Asp, dalle verifiche che abbiamo svolto non risulta che la norma sia in realtà così rigida – è la risposta del sindaco Luigi Monza – evidentemente abbiamo poi avuto fortuna nel trovare tre donne così competenti».

«Il bilancio 2012 della partecipata - aggiunge - è stato approvato nel giorni scorsi, per il resto non essendo stato ancora approvato il bilancio previsionale del Comune stiamo procedendo ad impegni di spesa periodici, come stabilito dalle normative, seguendo l’esempio di quanto fatto in precedenza dal commissario prefettizio e le indicazioni del servizio finanziario del Comune».

Sulla stessa linea è il vicesindaco Francesca Preatoni: «Da donna, mi pare sia una polemica ridicola, le norme in questione sono infatti mirate a tutelare in particolare la categoria femminile, che è in genere quella più svantaggiata.Riguardo ai criteri da portare in consiglio per i dipendenti delle partecipate, siamo stati noi i primi ad approvarli riguardo alle altre nomine, mentre nei vent’anni precedenti non era mai stato fatto nulla. Siamo poi impegnati a migliorare diversi dei servizi di Asp, dal trasporto scolastico al pre e post

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