Cronaca
Mercoledì 02 Marzo 2022
Un bonus ai dipendenti
per pagare la bolletta
La Ita di Calolzio della famiglia Beri ha deciso di sostenere i lavoratori con un sostegno (da 250 a 400 euro) per pagare luce e gas
Ad aiutare i dipendenti della ITA di Calolzio a pagare le bollette di luce e gas, rincarate in modo esponenziale, è l’azienda stessa. E’ un’iniziativa davvero significativa quella che la famiglia Beri ha deciso di mettere in atto, consapevole delle difficoltà che le famiglie stanno vivendo a causa degli aumenti del costo dei beni energetici.
«Stavo ragionando da tempo su quale potesse essere la soluzione migliore per aiutare le famiglie dei nostri dipendenti – ci ha spiegato l’amministratore delegato Andrea Beri -. L’idea ha quindi preso forma quando abbiamo installato i primi impianti di cogenerazione nelle nostre aziende (del gruppo, oltre a ITA, fanno parte anche CB Trafilati Acciai di Vicenza e FAR di Belluno, ndr.), che ci permettono di vendere l’energia eccedente: questi fondi verranno destinati al personale. Si tratta di un piccolo gesto, comunque concreto, perché permette di alleggerire l’impatto che le bollette hanno sui bilanci familiari dei nostri dipendenti».
Nel complesso, l’azienda ha stanziato per il “bonus energia” 85mila euro, suddivisi in modo proporzionale alle dimensioni degli impianti e al numero dei lavoratori tra le aziende del gruppo. Ai lavoratori dell CB, la realtà più energivora della holding, sono stati erogati 400 euro a testa, mentre quelli di FAR e ITA (128 gli addetti a Calolzio) riceveranno 250 euro ciascuno. Alle famiglie lecchesi sono dunque stati messi a disposizione 32mila euro.
«Mi auguro ovviamente – ha aggiunto il manager - che le bollette diminuiscano per tutti, ma ho comunque voluto rafforzare il messaggio che le nostre aziende ad essere vicine al personale nel momento del bisogno. Questo gesto, seppure piccolo, è stato molto apprezzato da parte dei dipendenti. Per rendere il benefit più facilmente fruibile, è stato inserito nel quadro degli strumenti di welfare».
Dal punto di vista energetico, i dirigenti della ITA sono di fatto stati dei precursori. «Abbiamo un consumo energetico annuo di oltre 60 Gigawattora; ne produciamo 25 e a breve supereremo i 30. In più stiamo valutando di convertire un’ex area produttiva che possediamo nel Mantovano in un parco fotovoltaico da ulteriori 5 Gwh, per far fronte alle esigenze delle nostre imprese». Anche perché, stante la critica situazione geopolitica, i prezzi dell’energia difficilmente scenderanno a breve.
«Sul tema energetico il nostro Paese è impreparato, ma non è una novità. E’ un problema che avremmo dovuto affrontare vent’anni fa, senza aspettare che diventasse emergenziale. Personalmente sono da sempre sostenitore del nucleare, perché si tratta dell’energia più pulita – ha aggiunto Andrea Beri, che con le sue aziende fornisce acciaio anche alle centrali nucleari -. Tra l’altro, chi non lo vuole dovrebbe informarsi sull’attuale dislocazione delle centrali nucleari: ce ne sono circa una ventina praticamente sul confine sull’arco alpino tra Francia e Croazia. Dunque, se succedesse qualcosa avremmo tutti i danni a fronte di nessun beneficio».
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