
Cronaca / Como città
Sabato 22 Marzo 2014
Veneto indipendente
Oltre due milioni di sì
Il referendum on line promosso dal «Plebiscito.eu» fa il pieno di sì: l’89% vuole la secessione dall’Italia. Iniziativa legittima ma per la Costituzione non ha valore
Treviso
I Serenissimi ci avevano provato assaltando Piazza San Marco con il “tanko”. Ora i venetisti di “Plebiscito.eu” ritentano con il web e un click di mouse: oltre due milioni di sì per il Veneto indipendente dall’Italia, restaurando in sostanza la Repubblica dei Dogi.
Ci credono sul serio alla separazione di Venezia da Roma gli indipendentisti guidati da Gianluca Busato, un ex leghista che ha attraversato negli anni tutti i movimenti venetisti, che ieri sera ha proclamato dal palco di Piazza dei Signori «la nascita della Repubblica veneta», dichiarando nello stesso tempo «decaduta la sovranità italiana sul popolo e sul territorio veneto». I promotori di “Plebisicito.eu” hanno quindi fornito i dati del referendum, partito domenica 16 marzo e conclusosi ieri. I voti conteggiati sono stati due milioni 360.235, pari al 73,2% degli aventi diritto al voto in veneto; i sì all’indipendenza due milioni 102.969, pari all’89% dei votanti, i no 257.276 (10,9%).
Un plebiscito, appunto, com’era immaginabile seguendo giorno dopo giorno la crescita esponenziale di votanti comunicata dal gruppo venetista. «E’ la primavera veneta» ha affermato Busato, sostenendo che quella per l’autodeterminazione del popolo veneto «è una battaglia di civiltà». Numeri accolti con urla di giubilo e cori di “libertà, libertà!” in Piazza dei Signori, dove si sono radunate 4-500 persone con bandiere di San Marco, tanto entusiasmo secessionista e qualche ’reducè, come il fondatore della prima Liga Veneta, Franco Rocchetta. Dal palco interventi in dialetto veneto, nessuna presenza di politici di spicco.
E’ stata una consultazione virtuale in tutti in sensi: perché fatta soprattutto attraverso la rete, oltre che con schede raccolte nei gazebo, e voti telefonici, e perché, Costituzione alla mano, non ha alcun valore formale, men che meno istituzionale. L’art. 5 della Carta sancisce che la Repubblica italiana «è una e indivisibile».
La partita della richiesta di autonomia dell’area cerniera del Nordest - che come ricorda il governatore Luca Zaia lascia a Roma ogni anno 21 miliardi di tasse che non “rientrano” - torna quindi nell’agenda della politica. In Italia, perchè in Europa, dove si è tentato invano di agganciare il referendum Veneto a quello dei popoli di Scozia e Catalogna, agli indipendentisti hanno già detto un chiaro no alla richiesta di «tutelare il diritto all’autodeterminazione» dei veneti.
La palla passa nelle mani del governatore leghista Luca Zaia, per il quale il motore dell’indipendentismo non sono le segreterie di partito, ma «il popolo, che va rispettato». Zaia ha spiegato l’altro giorno alla stampa estera che si impegnerà per portare avanti e far votare al Consiglio veneto la proposta di legge formale per l’indizione di un referendum. Sa che ci sono «oggettivi problemi di compatibilità con la Costituzione», ma «il diritto internazionale - aveva sottolineato Zaia - ci dà ragione sul fronte dell’autodeterminazione e sulla possibilità di fare il referendum».
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eltirocanova
11 anni
adoro queste iniziative populiste, ma immaginiamo un attimino il veneto o la lombardia autonome, come stato autonomo: primo giorno: si batte valuta propria e ovviamente la si svaluta al massimo per esportare merci; secondo giorno, si indice un referendum dove il popolo sovrano decide di cacciare via tutti i non veneti (o lombardi); terzo giorno, bisogna per forza di cose aumentare stipendi per mantenere un alto livello di benessere...ma purtroppo la valuta è stata svalutata e quindi come si acquistano dall'estero le materie prime per poter produrre prodotti da esportare e quindi mantenere i lavoratori (tutti veneti o lombardi) col loro salario che gli permette un alto tenore di vita? quarto giorno, in ginocchio a bussare allo stato italiano per aiuti umanitari.
ilcanzese
11 anni
il popolo veneto ...... dovro' cercare sulla mia treccani se lo trovo da qualche parte magari su un aggiornamento dopo l'era bossi padre e figlio ma se volete parlare della republica dei DOGI allora parliamone era tutto il contrario di quello che volete voi aperta verso gli altri e non ripiegata su se stessa come questa cosa insulsa certo a Roma non si lavora bene da anni ma non é certo formando una decina di staterelli autoproclamati che le cose andranno meglio
cabass
11 anni
Finalmente qualcuno si è reso conto che il problema si chiama "Repubblica Italiana". Altro che spending review, "riforme" e accanimenti terapeutici vari, va messa in liquidazione esattamente come si fa con le imprese decotte.
pietropaolo
11 anni
Prima ci furono i Galli, i Romani, le popolazioni barbare, l'Impero Austro-Ungarico quindi?...
DavidCo
11 anni
@ilcanzese, si studi la storia, la repubblica Veneta durò 1000 anni circa, nasce nella fine del '700, per finire con la campagna d'Italia di Napoleone Bonaparte (fine 1800), da sempre si sentono più Veneti che Italiani, non giustifico nessuno, qui è la storia che pesa..
ilcanzese
11 anni
popolo veneto ? e da quando esiste ? poi sarà la volta del popolo valtellinese, orobico, .....??? tanti piccoli staterelli come al medio evo ? il ridicolo non uccide nessuno ma a forza .....
ericradis
11 anni
Speriamo che prima o poi si passi all'azione però!
azzone
11 anni
ALLA REGIONE VENETO MANDEREMO (PUTTING)GRANDE ESPERTO DI SECESSIONI. BY BY
comodc
11 anni
L'art. 5 della costituzione recita "l'Italia è una ed indivisibile"... bene, ma per fortuna non recita "la Costituzione è intangibile"... pertanto tutto si può cambiare.
insubria
11 anni
Sono sicuro che anche un referendum in Lombardia avrebbe il medesimo risultato se non di più.