Viadotto, il piano per riaprirlo al traffico
Servono dieci mesi di lavori e 2,3 milioni

Il Comune ha approvato il progetto. Stimate 290 giornate di cantiere. Numerose le criticità rilevate sulle fondamenta, sulle pile e sul piano di sostegno

Lo studio di fattibilità è pronto e approvato, dopo avere superato anche la necessaria verifica di conformità tecnico-economica alle norme vigenti. Ora tocca però reperire le risorse affinché i lavori per la definitiva messa in sicurezza del viadotto dei lavatoi possano partire.

L’amministrazione comunale dovrà trovare altri 2 milioni e centomila euro per finanziare l’intervento, oltre ai 200mila già stanziati. Solo allora si potrà dare via libera alla progettazione e alla gara appalto. La riapertura completa è prevista per l’autunno 2020.

Lo studio, affidato alla società di progettazione Enser di Faenza, mette nero su bianco un dettagliato crono-programma, che tiene conto anche di eventuali giornate di sospensione a causa di maltempo, e stima la durata complessiva in 290 giorni consecutivi.

La Enser ha valutato tutte le criticità del ponte, sulla base sia della perizia già effettuata (affidata al professor Pier Giorgio Malerba), sia di rilevazioni proprie. Ebbene, ha accertato parecchie anomalie, tra cui: la inadeguatezza dei giunti di dilatazione, degli apparecchi di appoggio e di isolamento sismico, criticità strutturali dell’impalcato, legata anche allo spostamento longitudinale della parte sospesa, oltre che a criticità strutturali delle sottostrutture e delle fondazioni. Un elenco esaustivo, insomma: sembra non mancare nulla degli elementi costitutivi di un ponte.

Le verifiche di resistenza, pressione, tensione e flessione hanno mostrato debolezze nell’impalcato (il sistema delle strutture di sostegno del piano stradale del ponte), per due sezioni comprese nel tratto tra le pile 6 e 12, e una sezione tra la pila 15 e la spalla 2. Anche le verifiche di resistenza al taglio e alla torsione degli elementi costituenti il cassone di impalcato hanno fatto emergere criticità. Così come quelle relative agli apparecchi di appoggio.

Allo stesso modo, vari elementi della struttura si sono rivelati del tutto inadeguati alla valutazione della sicurezza sulla base della recente normativa in materia antisismica.

Le soluzioni progettuali proposte dalla Enser prevedono, si legge nel rapporto depositato in Comune in un linguaggio necessariamente tecnico, «una nuova cinematica di impalcato» con la riduzione del numero dei giunti, il «consolidamento estradossale dell’impalcato», nuovi isolatori sismici, nuovi appoggi («baggioli su pulvini esistenti» si legge nel progetto), aumento di spessore del fusto delle pile, tiranti verticali sulle pile 3, 4, 12 e 15, e ritegni trasversali.

Un intervento strutturale, dunque. Il ponte, realizzato soltanto quindici anni fa, è vietato al traffico pesante (oltre i 7,5 quintali), dall’estate 2017.

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