La biglietteria non funziona
Prende la multa lo stesso
Il computer a Erba era fuori uso e la macchinetta automatica non eroga resto superiore a nove euro. Trenord difende il capotreno. Pendolari arrabbiati
Ha cercato di pagare il dovuto. Ma tra biglietteria fuori uso e una macchinetta che non dà resto superiore ai nove euro, non ha potuto fare altro che salire sul treno per saldare i conti direttamente a bordo. Risposta del capotreno? O paghi un supplemento di cinque euro o ti prendi una bella multa. Questa l’esperienza di una viaggiatrice erbese - Marta Rossini, studentessa di 24 anni - che ha raccontato l’accaduto in una lettera indirizzata a Trenord e al comitato pendolari Milano-Asso. La sua storia, pubblicata anche su Facebook, ha già raccolto più di quaranta commenti.
La vicenda
«Lunedì 3 novembre - scrive la Rossini al servizio clienti Trenord - sono andata in stazione a Erba con buon anticipo per prendere il regionale 636 (in partenza alle 10.47, ndr). Dovevo spendere circa 15 euro tra biglietti del treno e della metropolitana, ma avevo solo una banconota da 50 euro. Purtroppo quel giorno la biglietteria era chiusa per un guasto al computer ed era attiva solo la macchinetta automatica». Peccato che la macchinetta non dia resto superiore ai nove euro; inoltre, vista la coda, la Rossini non avrebbe comunque potuto acquistare i biglietti per tempo.
Così sale sul treno e si rivolge subito al controllore. Ed ecco la sorpresa: «Mi dice che mi deve fare il supplemento di cinque euro, in più mi tratta come una delinquente e mi dice di scendere a Cadorna e spiegare la situazione, così mi faranno la multa. Io insisto perché mi faccia il biglietto spiegando del disservizio a Erba, che di fatto non mi ha permesso di fare i biglietti, ma non ottengo nulla». Di fatto, conclude la viaggiatrice, «questa persona non mi ha permesso di regolarizzarmi, nonostante il disservizio a Erba fosse presente». Quanto accaduto, osserva Christian Rech del comitato pendolari Milano-Asso, non è accettabile. «La viaggiatrice non è stata in grado di acquistare il biglietto perché il distributore non erogava resto sufficiente. E si è prontamente recata dal capotreno per regolarizzarsi: non si può minacciare una multa o il sovrapprezzo alla gente onesta, bisogna piuttosto perseguire gli abusivi».
La replica
Ma il fatto che la biglietteria “fisica” non fosse in servizio per Trenord non è una giustificazione. «L’acquisto dei titoli di viaggio - fanno sapere dalla società - si può effettuare con diversi canali: dai distributori automatici, che non erogano resto superiore ai nove euro ma accettano bancomat e carte di credito, così come on-line o attraverso lo smartphone».
Quanto al capotreno secondo Trenord «si è comportato correttamente. Nelle condizioni generali di trasporto è specificato che l’acquisto del biglietto a bordo comporta una maggiorazione di cinque euro a meno che la stazione di origine non sia priva di qualsiasi canale di vendita. Ma a Erba quella mattina il distributore automatico era perfettamente funzionante».
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