Cronaca / Como città
Giovedì 19 Giugno 2014
Yara, Bossetti nega
«Quella sera ero a casa»
L’indagato per l’omicidio della ragazzina interrogato dal Gip nega ogni tipo di addebito
Massimo Giuseppe Bossetti ha detto al gip che nel tardo pomeriggio del 26 novembre 2010, quando scomparve Yara Gambirasio, si trovava a casa. Lo ha riferito il suo legale, Silvia Gazzetti, la quale ha spiegato che il muratore bergamasco «ha risposto a tutte le domande» che gli sono state poste dal gip.
Massimo Giuseppe Bossetti avrebbe appreso solo stamani di essere figlio illegittimo e questo lo ha “sconvolto” Lo ha detto il suo legale, Silvia Gazzetti, al termine del suo interrogatorio per la convalida del fermo
Massimo Giuseppe Bossetti, nel suo interrogatorio davanti al gip, ha spiegato di non aver mai visto Yara Gambirasio. Il muratore ha detto di aver visto il padre della ragazza una volta sola dopo la sua morte.
Massimo Giuseppe Bossetti, nel suo interrogatorio davanti al gip di Bergamo per la convalida del fermo per l’omicidio di Yara Gambirasio ha detto di non riuscire a spiegarsi per quale ragione il suo Dna, come sostiene l’accusa, sia stato trovato sul corpo della ragazza dopo il ritrovamento nel campo di Chignolo d’Isola il 26 febbraio 2011
Massimo Giuseppe Bossetti, fermato per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha spiegato che il suo telefono cellulare era inattivo dal tardo pomeriggio del 26 novembre 2010 alla mattina successiva perché scarico. La Procura gli contesta, infatti, che il suo cellulare aveva agganciato la cella di Mapello, a cui si era agganciato anche il telefono di Yara Gambirasio, ed era poi rimasto inattivo, senza ricevere o fare comunicazioni, fino alla mattina dopo alle 7:30.
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