Como, la crisi fa chiudere
anche le imprese storiche

Anche tra le strutture nate prima del 1940 le difficoltà del mercato hanno fatto diverse vittime. Sono sette le aziende antecedenti il 1940 chiuse tra il 2008 e il 2009 su un totale di 142. Si perde così una conoscenza e un’esperienza patrimonio di tutta l’economia locale.

s.casiraghi

Anche le imprese storiche, quelle che hanno contraddistinto per un lungo periodo l’economia comasca, chiudono i battenti causa crisi. Meno percentualmente rispetto alle aziende più giovani, ma anche tra le strutture nate prima del 1940 le difficoltà del mercato hanno fatto diverse vittime. Sono sette le aziende antecedenti il 1940 chiuse tra il 2008 e il 2009 su un totale di 142. Si perde così una conoscenza e un’esperienza patrimonio di tutta l’economia locale. Como è la nona provincia in Italia per numero di aziende longeve, segue Napoli e Trento, precede Bologna. Con 142 imprese stacca di circa due terzi la vicina Lecco ferma a sole 57 aziende. In difficoltà anche l’imprenditoria femminile legata all’alta tecnologia, per le donne in impresa un calo di poco superiore al quattro per cento rispetto al 2008. Le aziende antecedenti al 1940 in provincia di Como sono 142, l’economia locale segue in Lombardia solo Milano e Varese come numero d’attività più anziane. La storia impregna insomma le vie di Como, una storia che nel 2008 e 2009 si è scontrata con le difficoltà dell’economia mondiale. Negli ultimi anni, fino al terzo trimestre 2009, sono ben sette le attività con più di settant’anni di storia ad aver chiuso per l’ultima volta i battenti. Le aziende storiche di Como sono impiegate in più campi, il commercio ha 43 strutture presenti, 40 sono invece occupate nei servizi alle imprese, 38 nelle attività manifatturiere, seguono i restanti ambiti, chiude la sola realtà impegnata nell’intermediazione monetaria e finanziaria. La storicità dell’economia comasca rappresenta a livello nazionale il 2,4% e il 7,1% in Lombardia. Percentuali sicuramente alte, in cui si può cogliere l’importanza data alla storia in provincia. Milano è al primo posto con 1.146 attività precedenti il 1940, pari a quasi il 60% lombardo e a un quinto del totale nazionale. Seguono Varese (310 imprese, 15,5% regionale e 5,3% italiano), Como (142, 7% e 2,4%) e Bergamo (105, 5,3% e 1,8%). Vengono poi, con meno di 100 imprese, Cremona (72), Lecco (57), Brescia (51). I dati sono della Camera di Commercio di Milano. Intanto, sono in forte calo anche le imprese femminili legate all’high-tech in provincia: 329 con un decremento del 4,3% rispetto al 2008-2009. Il maggiore impegno delle donne nelle nuove tecnologie è legato alla produzione di software e alla consulenza informatica, che vede occupate 189 aziende. Sono 7.463 le imprese femminili lombarde in settori ad alto contenuto tecnologico, il 23,8% del totale nazionale, in calo dello 0,5% in un anno, ed è naturalmente Milano la provincia che ne ospita il maggior numero, circa 3.400 attività pari al 45,5% del totale regionale. Le aziende si concentrano soprattutto nei settori dell’informatica e delle attività connesse, con 4.192 attività, il 56,2% del totale.

Economia

Venerdì 22 Gennaio 2010

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