Acsm, sull'addio di Poliero
è scontro in Consiglio comunale

Le annunciate dimissioni del direttore generale sono state portate in Consiglio comunale per una richiesta di chiarimenti: il perché delle dimissioni del manager ritenuto valido da tutti. E, soprattutto, per sapere se sia legittima la richiesta di una buonauscita di 500mila euro

s.casiraghi

L’ultima volta che il consiglio comunale aveva parlato di Acsm-Agam era stato per la fusione. Lunedì sera, però, il tema era il destino dell’attuale direttore generale di Acsm, Enrico Poliero, a quanto pare già con la valigia in mano e con le trattative per una buonuscita da non meno di mezzo milione di euro fra indennità e liquidazione. Martedì scorso la commissione Attività produttive di Palazzo Cernezzi aveva provato a fare chiarezza convocando sia Poliero (era però in missione all’estero) sia il presidente Acsm Umberto D’Alessandro (ex assessore in Comune) che, però, ha chiesto il rinvio della discussione. E ora i consiglieri comunali chiedono chiarimenti al sindaco Stefano Bruni (attualmente in vacanza) e all’assessore alle Partecipate Ezia Molinari. «La settimana scorsa - è intervenuto Vicenzo Sapere (gruppo misto) - abbiamo avuto un riunione come commissione con Acsm. Sapete che sono stato tra coloro che, pur essendo in minoranza, ha sostenuto l’accorpamento tra Acsm e Agam. Sono convinto che fosse una scelta giusta e lo sono ancora, ma sono preoccupato da quanto sta accadendo e lo dico all’assessore alla partita. Appena dopo la fusione abbiamo assistito al siluramento del presidente (Giorgio Pozzi, ndr), ma quello era un fatto politico e quindi un problema loro. Adesso assistiamo al siluramento del direttore e allora chiedo che l’assessore alla partita comunichi al consiglio o alla commissione gli atti che ci sono stati all’interno del cda perché il fatto che il direttore se ne vada con una buonuscita da 500mila euro va chiarito». Sapere ha proseguito dicendo che «Acsm è un’azienda importante per i cittadini comaschi che l’hanno costruita. Posso capire gli appetiti, ma che anche questa azienda finisca in mano alla Cdo mi preoccupa. Stiamo parlando di un’azienda buttata a mare: non si capisce come si fa a far fuori un direttore che ha messo lo stesso sindaco quando era presidente di quell’azienda. L’assessore competente accerti le vicende compresi i verbali del cda perché mi risulta che ci siano stati problemi grossi. Noi siamo soci e dobbiamo avere la possibilità di capire». Subito dopo è intervenuto anche Alessandro Rapinese (Area 2010), anche lui membro della commissione: «Alla domanda se ci siano stati benefici nella fusione la risposta del presidente dell’azienda, cioè l’ex assessore, è stato: "Sì, il titolo in borsa è aumentato". Innanzitutto va chiarito il fatto che il titolo in borsa non ha nulla a che vedere con la fusione». Poi ha posto un dato pratico: «Il nostro sindaco, promotore della delibera, nonostante fosse parte in causa in A2A, disse che uno dei benefici sarebbe satto pagare meno il gas. Ad oggi sembra però che non sia possibile perché l’azienda, anche una volta fusa, non arriva a quel quantitativo minimo di gas che le consente di entrare liberamente nel mercato». Ultimo punto il nodo Poliero: «Trovo ridicolo - ha detto Rapinese - che un manager che ha ben lavorato viene licenziato. Il sindaco chiarisca al più presto la situazione. In più riceverà qualcosa tipo il 50% dell’utile relativo (su 4 milioni il 25% è un milione, e la buonuscita è di 500mila euro) per un capriccetto della politica. Il tutto a un manager che, dalla faccia, perchè ho avuto la fortuna di incontrarlo, non mi sembrava che se ne volesse andare. Non è così? Allora dico: se un manager strapagato se ne vuole andare chiediamogli i danni, non diamogli 500mila euro».

Economia

Mercoledì 08 Luglio 2009

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