Acsm-Agam, scontro politico
sul nuovo piano industriale

Dura contestazione dalla commissione di Palazzo Cernezzi sul programma di sviluppo presentato dal Cda. L'accusa: troppa attenzione a Monza e nessuna scelta su Como. Intanto nel piano sono previsti investimenti per poco meno di 90 milioni di euro; una stima del risultato economico, il margine operativo lordo come risultato fra ricavi e costi, in crescita fino a 44,6 milioni di euro contro i 26 milioni di oggi al ritmo di una crescita media annua del 14%; un utile finale netto oltre gli 11 milioni di euro.

s.casiraghi

Un piano industriale su quattro anni, 2009-2012, in vista di almeno tre obiettivi finanziari. Ma per Como e il suo territorio il piano approvato dal Cda di Acsm-Agam viene definito «un piano industriale di mantenimento, non certo di sviluppo», come ha confermato direttamente l'amministratore delegato Silvio Bosetti, su esplicita richiesta del consigliere Vincenzo Sapere. E così è stata inevitabile la dura protesta di fronte alla bozza di piano presentato ieri in 20 pagine, della commissione Partecipate di Palazzo Cernezzi. I consiglieri però sono andati oltre e hanno chiesto che quel piano venga portato in Consiglio comunale per un approfondimento politico immediato. Sul tavolo di Palazzo Cernezzi ci sarà anche la richiesta di verificare l'opportunità di mantere il controllo di quel 24,8% della utility, visti i pochi benefici per il territorio. Non solo: finora il processo di integrazione far le due società ha portato solo ad un nuovo assetto organizzativo e che ha soppresso la carica di direttore generale con la «cacciata» di Enrico Poliero. Bufera politica, in arrivo, quindi su un programma industriale che prevede investimenti per poco meno di 90 milioni di euro; una stima del risultato economico, il margine operativo lordo come risultato fra ricavi e costi, in crescita fino a 44,6 milioni di euro contro i 26 milioni di oggi al ritmo di una crescita media annua del 14%; un utile finale netto oltre gli 11 milioni di euro. Ultimo: l'annuncio che forse già dal 2010 torna la distribuzione agli azionisti del dividendo. Sul fronte strettamente industriale la strategia ruota, invece, intorno agli impianti di cogenerazione e termovalorizzazione, i due fronti lungo cui è previsto il massimo di sinergia, ma che finora ha beneficiato solo Monza con un investimento di 32 milioni sull'impianto di teleriscaldamento. Nessuna novità buona nemmeno sul fronte delle tariffe, nono solo nessun calo, ma addirittura si adombra l'ipotesi di un «ritocco» delle tariffe dell'acqua - non ancora precisate - dall'anno prossimo. Insomma, riparte da qui, dal primo piano industriale post-fusione la neo multiultity Acsm-Agam. Un piano richiesto più volte e atteso non senza un minimo di ansia anche per capire quale poteva essere effettivamente il peso, il ruolo e i benefici del territorio nella nuova partnership con Monza. Atteso anche dal mercato che ieri, in Borsa, il cui titolo Acsm-Agam ha fatto registrare un rialzo del 2,09% a 1,321 euro. I due capisaldi del piano industriale - che verrà presentato ufficialmente oggi - e su cui si concentra la parte robusta degli investimenti in programma sono le produzioni legate alla cogenerazione e termovalorizzazione. Nel primo semestre di quest'anno è stato completato il progetto di rinnovo e potenziamento del termovalorizzatore di Como ed entro ottobre sarà avviata la nuova centrale di cogenerazione «Monza Nord». Un impianto che desta ampie perplessità anche in considerazione del fatto che non esiste ancora alcun potenziale cliente interessato al collegamento, così come sembra caduta la candidatura dell'ospedale cittadino «San Gerardo», finora data per scontata. Sotto il profilo economico il 2009 verrà chiuso «da un risultato positivo e migliore rispetto al combinato dell'anno precedente», sebbene sconti un contenimento degli utili per via del fermo di sei mesi del termovalorizzatore. Gli investimenti saranno per circa 87,8 milioni di euro, quasi tutti concentrati su cogenerazione e termovalorizzazione, sviluppando e innovando gli impianti di Como e Monza, senza tralasciare - si avvisa nella relazione - le infrastrutture di rete, gas, idrica e teleriscaldamento. Il fatturato viene dato in crecita costante fino a superare i 250 milioni di euro, con un aumento del Mol a 44,6 milioni di euro del 2012. L'indirizzo di sviluppo industriale si concentrerà nelle aree in cui già storicamente Acsm-Agam sono presenti, intensificando, in particolare, la presenza sul mercato del gas naturale e dell'energia elettrica. In programa anche sinergie sul lato forniture con i propri azionisti industriali, a cominciare da A2A. Ma l'interesse ora si sposta sul tavolo politico.

Economia

Mercoledì 16 Settembre 2009

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