Piccole imprese, pronti 1,5 milioni
per il rilancio degli investimenti

Firmato dalla Banca di credito cooperativo di Alzate Brianza l'accordo con la Cassa depositi e prestiti per garantire un nuovo flusso di denaro alle aziende che affrontabno la ripresa. Pontiggia: la nostra nunova risposta per sostenere il territorio in questo momento di ripartenza.

s.casiraghi

Una nuova boccata di ossigeno finanziario è pronta per le imprese comasche. Questa volta le risorse vengono attinte direttamente dal risparmio postale messo a disposizione dalla liquidità della Cassa depositi e prestiti e con la quale anche la Banca di credito cooperativo di Alzate Brianza - insieme ad un altro centinaio di Bcc a livello nazionale, tra cui il Credito Valtellinese - ha firmato l’accordo per usufruire del nuovo plafond complessivo di 450 milioni a loro riservato. La Bcc di Alzate, guidata da Giovanni Pontiggia, partecipa con 1,5 milioni di euro per irrorare questo nuovo canale del credito bancario diretto ad artigiani e alle piccole imprese del territorio, prestiti a cinque e a tassi agevolati. Pontiggia ha già avviato l’istruttoria con la Cassa per «assorbire» queste nuove risorse, quota di denaro che va ad aggiungersi alle precedenti iniziative messe in campo dalla Bcc di Alzate per sostenere l’economia locale, dalla rinegoziazione sui mutui delle pmi, la famosa moratoria, al sostegno finanziario dei lavoratori in cassa integrazione - già 250 sono state le richieste esaudite - con l’anticipo dello stipendio, al sostegno del reddito dei lavoratori precari della scuola. «Si tratta di una nuova iniziativa per rendere ancora più facile e immediata la disponibilità di risorse alle piccole imprese - spiega Giovanni Pontiggia, presidente della Bcc di Alzate - proprio ora che l’economia sembra dare segnali di ripresa. Del resto se non lo facciamo noi, banche del credito cooperativo ormai riconosciute perfino dal ministro Tremonti come gli istituti che hanno più presa sul territorio e una rete capillare che arriva direttamente alle botteghe dei piccoli imprenditori, lasceremmo incompiuta la specificità e priorità della nostra missione proprio nelle aree in cui lavoriamo più da vicino. E questo a prescindere, vorrei sottolinearlo, da quanto viene messo in campo a livello nazionale. Anzi, completa gli strumenti a disposizione». Il tema della carenza di liquidità da parte di alcune banche ha certamente imposto alle aziende di affrontare una situazione di emergenza decisamente imponente ancora oggi assolutamente non superata, difficoltà legate soprattutto al caro-prezzi e alla valutazione del rischio di credito ormai sempre più restrittiva e selettiva. Il prosciugamento del mercato interbancario e il crollo di fiducia delle banche debitrici hanno fatto il resto, costringendo gli stessi istituti a rivolgersi ad altri canali paralleli per potersi finanziare a loro volta. È il caso dell’ultima mossa della Cassa depositi e prestiti che ha deciso di mettere a disposizione del sistema bancario complessivamente oltre 1,5 miliardi, più della metà di quei 3 miliardi erogabili già quest’anno come prima tranche degli 8 miliardi messi a disposizione a basso costo delle piccole e medie imprese dalla stessa Cassa. Di fatto la Cassa si assume il rischio banca e fa transitare i suoi soldi, derivanti dalla raccolta del risparmio postale, attraverso le banche. «Un aiuto ulteriore di cui abbiamo voluto subito approfittare - spiega Pontiggia - per superare gli ostacoli che hanno ostruito finora e frenato il flusso di denaro per prestiti a medio termine, superiori cioè ai dodici mesi, alle aziende». Ma Pontiggia guarda al territorio e precisa le caratteristiche strategiche di questa operazione. Partendo dai criteri che verranno seguiti per erogare queste nuove risorse. «Saremo pronti già a fine settembre, e ogni operazione è fatta specificamente in previsione delle singole strategie di rilancio e dei progetti di crescita industriale delle singole imprese. Aziende - spiega Pontiggia - che dovranno dimostrare di essere sane e non a rischio chiusura. Per questo verrò avviata con ciascun imprenditore una sorta di due dilegence sull’azienda e sui progetti d’investimento». L’operazione consente di abbattere i costi finali per una piccola azienda, ma al tempo stesso «non consente alla banca - precisa Pontiggia - di avere margini per fare raccolta a basso costo a fini speculativi. Insomma, questi soldi devono essere utilizzati per sostenere l’azienda, per investimenti capaci di agganciare la ripresa e vengono erogati dietro garanzia ma anche vincolandoli al loro utilizzo». Le condizioni sono del tutto agevolate. La Cassa depositi e prestiti applica alle banche per questi prestiti a cinque anni un tasso Euribor maggiorato dello 0,75 o dello 0,95% in funzione del livello di patrimonializzazione della banca che intende erogare il prestito. Viene poi eventualmente applicato un ulteriore spread dello 0,15% alle banche che non concedono garanzie alla Cassa. «E il meccanismo per sostenere il territorio funziona - spiega Pontiggia - dato che il plafond a disposizione ad oggi risulta già del tutto prosciugato».

Economia

Mercoledì 16 Settembre 2009

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