Rate, mutui casa e prestiti:
aumentano le famiglie in difficoltà

La crisi per molte persone continua a sanguinare. Sono ormai 380 i cittadini che, fino a settembre, si sono rivolti allo sportello aperto da Adiconsum di Como e che è stato messo a disposizione a partire dallo scorso anno. Altre 15 pesanti situazioni quelle registrate da Federconsumatori della Cgil di Como: cinque sono finite in causa con le banche

Rate sempre più difficili da pagare, mutui ormai insostenibili, ricorso ad anticipi dello stipendio per poter onoerare i rimborsi dei prestiti. Famiglie, insomma, ancora e sempre più alle prese con la morsa dei debiti. Il nuovo allarme arriva dalle associazioni dei consumatpri di Como, sportelli ai quali si rivolgono famiglie e risparmiatori in difficoltà. Marito e moglie in cassa integrazione con figli a carico e un mutuo sulla casa non credono proprio che la crisi si stia attenuando, lo stesso per chi ha investito anni e fatica in un’azienda che non ne vuole sapere di ripartire. «Tra quanti decidono di rivolgersi a noi - spiega Lorenzo Trombetta, segretario Adiconsum della Uil di Como - questi sono proprio i casi standard». La crisi per molte persone continua a sanguinare. «Sono ormai 380 i cittadini che, fino a settembre, si sono rivolti allo sportello che abbiamo messo a disposizione a partire dallo scorso anno. Sportello, aperto il martedì e il venerdì, destinato inizialmente alla difesa contro l’usura, ma molto poi diventato un riferimento per problemi legate a difficoltà economiche o di lavoro - continua Trombetta -. E oggi l’affluenza non accenna a diminuire. Anzi, pare aumentare progressivamente». Un punto di vista che non può essere sottovalutato, anche perché restano senza tutela molti lavoratori. «Spesso si tratta di persone che, prima della recessione, stavano discretamente bene - analizza Silvana Brenna, responsabile Federconsumatori della Cgil di Como -. Se avevano un mutuo da pagare, le rate erano comunque accessibili. A partire dall’anno scorso, in seguito al lento avviarsi della crisi, queste rate si sono impennate. Negli ultimi sei mesi gli importi paiono diminuiti, ma per chi è rimasto senza lavoro è comunque un momento davvero delicato». C’è allora chi, pur di non rischiare, ricorre alla cessione del quinto dello stipendio, generalmente persone morose che, non essendo questo un finanziamento tout court, così facendo finiscono per pagare di più. «In genere, tra i consumatori che ci hanno contattato a tal proposito, la maggior parte ha comunque riscontrato problemi sui mutui - continua la Brenna -. Abbiamo seguito almeno una quindicina di questi casi, tra i quali cinque hanno poi fatto ricorso agli avvocati per poter scrivere alle banche e chiedere il blocco delle rate». I consumatori più previdenti rivelano di avere un’assicurazione sul mutuo, un contratto che ammortizza i rischi da crisi. «C’è stata l’illusione dei 18 mesi, - spiega la Brenna, facendo riferimento alla legge 244/07 del governo Prodi, che prevedeva la sospensione del pagamento delle rate per non più di due volte e per un periodo massimo complessivo di 18 mesi - qualche banca ha poi creato dei prodotti ad hoc, due o tre hanno infatti deciso per almeno 12 mesi di proroga. E dalle banche prima di concedere agevolazioni, chiedono la dichiarazione dei redditi dell’anno scorso, alcune addirittura del 2007, quando la maggior parte dei cassaintegrati e disoccupati di oggi aveva ancora un lavoro e redditi dignitosi». Difatti, da Banca Mediolanum che istituisce un fondo «salva-casa» a «Insieme 2009» di UniCredit al pacchetto anti-crisi di banca Mps a «Cariparma Sipuò», tutte le banche o quasi hanno varato iniziative per sospendere o dilazionare le rate; c’è chi dichiara di aver fatto ricorso a questi prodotti «salta rata», ma, come ricorda Silvana Brenna, non è una soluzione per tutti, basti pensare ai lavoratori atipici. E il problema, sottolinea Trombetta, «è sempre in crescita».

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