A Como turismo in ripresa
Ma sotto del 50%
rispetto al pre pandemia

A luglio e agosto meglio dello scorso anno grazie agli intensi flussi di persone dal Centro Europa. Si teme il calo a settembre, mancano gli americani

Se non ci fosse l’Europa sarebbe l’anno più nero per il centro lago. Gli inglesi, ospiti d’elezione per gli hotel nel triangolo magico tra Varenna, Bellagio e Menaggio sono stati bloccati dal ministro Speranza che per loro ha riservato una quarantena in ingresso di 5 giorni, tuttora in vigore, nonostante l’appello anche dei nostri rappresentanti per il comparto alberghi e incoming perché la misura sia sospesa almeno per addolcire l’autunno.

Le previsioni

Sono stati olandesi, belgi, tedeschi, francesi e scandinavi a garantire una buona stagione per gli alberghi comaschi e lecchesi, i più esposti sulla clientela internazionale, un po’ perché altre destinazioni sono precluse e un po’ perché il Lago di Como, al centro dell’Europa, è facilmente raggiungibile da ovunque.

«Così la stagione è andata meglio di quanto pensassi - commenta Severino Beri, presidente di Federalberghi Confcommercio Lecco - è stato un buon agosto anche se non ancora ai livelli del 2019 e nonostante il momento di brutto tempo, ma è evidente che le persone hanno voglia di viaggiare. La massima affluenza è stata a Ferragosto, ma l’analisi complessiva dell’estate 2021 si ferma alla metà delle presenze rispetto agli anni pre pandemia. Il problema è che si fermerà tutto già a inizio settembre - continua Severino Beri - perché l’autunno è il periodo in cui c’è molto turismo con gruppi che visitano i parchi soprattutto dagli Stati Uniti che quest’anno ha espresso solo il 10% delle presenza alle quali eravamo abituati. Ci sarebbe poi il turismo congressuale che però per le misure di emergenza sanitaria ancora non muove numeri importanti. Se va bene chiuderemo il 2021 con un -50%».

Meglio sono le previsioni sul lungo periodo perché i tour operator del mercato americano hanno già confermato una ricca pianificazione per la stagione 2022 che rende ottimisti, in prospettiva.

Scarsa la consolazione di quel turismo di prossimità sul quale tanto si è confidato a inizio stagione ma che poco si adatta ai nostri territori che offrono un’accoglienza residenziale di alto livello con altissimi costi di gestione, impossibile calmierare di molto i prezzi delle camere o competere con il Lago di Garda che fa dieci volte le presenze del Lario. Sulle nostre rive si è scelta la strada del livello medio alto e lusso, con i pro e contro che comporta.

L’eccezione sono state zone come Dervio o Bellano e in genere l’alto lago che hanno beneficiato dei turisti delle seconde case e sofferto meno questo biennio di transizione.

I risultati

Analoga la stima sulla stagione turistica di Luca Leoni, presidente degli albergatori per Confcommercio Como: «a luglio si è lavorato un 20% in meno del 2019, ma il doppio rispetto al 2020, il mese di agosto potrà chiudersi con un livello analogo al periodo pre covid - ma anche lui è preoccupato per l’autunno - la settimana prossima finiscono le vacanze e riprendono le scuole in nord Europa e già dal 25 agosto si nota un calo delle presenze in tutti gli alberghi. In assenza dell’Inghilterra perdiamo quella parte di mercato che sosteneva l’autunno. Per questo abbiamo chiesto al ministro Garavaglia di intervenire perché venga sospesa la quarantena per gli inglesi in arrivo, in modo da consentire di concludere questa stagione, già compromessa, in modo positivo».

Il maltempo di agosto, invece, temuto anche per il suo clamore mediatico, ha avuto un ricaduta limitata sulle prenotazioni e le disdette si sono limitate a quella drammatica settimana.

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