Economia / Como città
Martedì 24 Febbraio 2015
«Addio Svizzera, i soldi tornano qui»
L’accordo tra il nostro Paese e la Confederazione segna una svolta anche per il territorio comasco Il commercialista: «Coinvolte cifre elevate e tantissimi cittadini». Pontiggia: «Svolta importante»
L’accordo Italia-Svizzera firmato ieri chiude un’epoca e pone basi solide per contrastare il fenomeno dell’evasione e dell’infedeltà fiscale. Le autorità italiane potranno chiedere alla Svizzera informazioni anche su elementi riconducibili al periodo antecedente all’intesa e ciò produrrà effetti ai fini della regolarizzazione spontanea dei capitali detenuti illegalmente nella Confederazione, attraverso la procedura della “voluntary disclosure”. La Svizzera esce dalla lista nera, gli italiani potranno sanare le irregolarità pagando integralmente le imposte dovute e usufruendo di un regime sanzionatorio più conveniente. La firma consente quindi alle nostre autorità di individuare potenziali evasori che detengono patrimoni in territorio svizzero. Uno stimolo alla regolarizzazione, attraverso l’adesione entro settembre alla “voluntary disclosure”. Gli effetti sulla realtà comasca? L’abbiamo chiesto al commercialista Luca Corvi e al presidente della Bcc di Alzate Brianza Giovanni Pontiggia.
«Questa novità riguarda moltissime persone, registro un interesse davvero elevato sul tema in questi giorni - dice Corvi - Tanti ex frontalieri hanno mantenuto il vecchio conto in Svizzera continuando a non dichiarare niente in Italia. A questo punto aderiranno alla “voluntary”. In gioco possono esserci anche cifre significative visto che quando si finisce di lavorare in Svizzera c’è il secondo pilastro, l’equivalente del nostro Tfr». Altro esempio: «Se ho soldi su un conto svizzero e posso dimostrare che l’origine è lecita, di fatto ho evaso il 12,5% di tasse sugli interessi maturati e devo pagare questa quota per gli ultimi cinque anni, visto che si parte dal 2010. Poi ci sono le sanzioni sull’eventuale omessa dichiarazione dei redditi». «L’emersione da un punto di vista fiscale – interviene Pontiggia – è già un ottimo risultato. Da questo a dire che i capitali italiani oggi in Svizzera torneranno in Italia, ne passa. Capire se l’emersione da un punto di vista fiscale significherà rientro materiale del patrimonio detenuto in Svizzera, o meno, per ora è difficile. Se uno tiene il suo denaro in una banca svizzera, a prescindere dalla regolarizzazione dello stesso, non è detto intenda farlo rientrare in Italia».
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