Economia / Como città
Mercoledì 18 Novembre 2020
Ambulanti del mercato
in piazza a Como
«Vogliamo lavorare»
Simbolico flashmob organizzato da Confesercenti Como con una cinquantina di operatori. «Discriminati rispetto ai negozi»
Hanno simbolicamente scelto di manifestare a Porta Torre, lì dove il martedì, le bancarelle sono di casa. Perlomeno sino all’ultimo Dpcm che ha limitato il commercio ambulante ai soli generi alimentari. Al di là dei ristori, un danno grave per i 200 operatori del mercato mercerie di Como che hanno deciso di aderire alla simbolica manifestazione organizzata da Anva Confesercenti.
L’adesione
Una cinquantina i presenti, tutti con la mascherina e distanziati l’uno dall’altro, per chiedere perlomeno una correzione del decreto che consenta a questi imprenditori di avere pari condizioni rispetto ai colleghi che operano in sede fissa, ovvero nei negozi. È il caso, ad esempio, del commercio di biancheria intima: permesso in negozio, non al mercato. Oppure, dei fiori. «Non ha senso questo trattamento diverso, è palesemente ingiusto - dice Claudio Casartelli, presidente di Confesercenti Como - chiediamo in prima battuta una modifica del decreto che riporti equità e poi, ovviamente, chiediamo anche di tornare a consentire l’attività per tutti: i mercati sono luoghi sicuri in virtù di protocolli di sicurezza precisi, per quale ragione si andare tranquillamente a fare spesa al supermercato mentre non è consentito farlo tra le bancarelle?»
Oggettivamente difficile che, a breve, ci sia un ripensamento a livello governativo. Più concreta è la speranza è che, magari prima di fine mese, i dati sanitari consentano alla Lombardia di passare da zona rossa a zona arancione. In questo caso il mercato mercerie potrebbe tornare regolarmente a svolgersi perlomeno nei i giorni feriali (martedì e giovedì), non al sabato. Va ricordato una volta di più che il mercato coperto, anche in questo periodo di massima emergenza, è aperto con i consueti orari (compresi, in questo caso, i banchi di fiori e piante).
Gli obiettivi
Di certo l’attuale situazione non sarà sostenibile a lungo da piccole imprese familiari il cui conto economico è sostenuto soprattutto dalle vendite pre natalizie. Tanto più che, se da una parte lo Stato ha concesso gli indennizzi, dall’altro continua a prelevare perché, anche in questo periodo, gli operatori sono tenuti a onorare la scadenza dei versamenti contributivi e dell’Iva. E anche il Comune di Como non sta aiutando: vero che la giunta Landriscina ha deciso di sospendere sino a fine anno il dovuto per l’occupazione del suolo pubblico ma lo è altrettanto che, proprio in questi giorni, abbia recapitato agli operatori la richiesta di pagamento relativa ai primi due mesi dell’anno. Una scelta, o una disattenzione, che suona perlomeno intempestiva agli occhi di imprenditori che devono affrontare una situazione così complessa. E. Mar.
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