Apre il Salone del Mobile
La modernità sfida la crisi

Apre oggi. E da oggi a Milano, fino a lunedì prossimo, torna l'appuntamento più importante del settore legno-arredo in un momento di pesante crisi internazionale. Dai distretti di Cantù e della Brianza dopo il tonfo piccoli segnali di ripresa dalle piccole imprese. Al Salone c'è comunque il tutto esaurito.

s.casiraghi

Il mobile cerca il suo rilancio. E su questa scommessa le piccole e medie aziende lombarde e in particolare le imprese del distretto canturino del legno-arredo scommettono sull’appuntamento più importante dell’anno per il settore. Oggi a Milano, nei padiglioni dell’avveniristica Fiera di Rho-Pero, si apre per 5 giorni la 48esima edizione del Salone del Mobile. Appuntamento dal quale parte la sfida alla crisi e la spinta a fare squadra per affrontare la difficile congiuntura. D’altronde quella che si pare oggi è la vetrina davanti alla quale, fino a lunedì, sfilerà davvero il mondo intero. Oltre trecentomila i visitatori attesi. La vetrina in cui mettersi con l’abito buono e i pezzi pregiati, che per le imprese del territorio ancora si chiamano alta qualità della produzione, design, eccellenza. E molto «su misura», che, nonostante l’annus horribilis attraversato dall’economia regge ancora bene il colpo. Il drappello delle aziende del Canturino e del Marianese che oggi metterà le proprie ultime creazioni sotto i riflettori degli stand della Fiera, come sempre, sarà parecchio rappresentato. E andrà a formare il plotone di 1.496 - di cui 317 esteri – espositori del Salone, numero che sale a 2.723 aziende - 911 straniere – comprendendo le altre esposizioni, Euroluce, il Salone internazionale del complemento d’arredo, e il SaloneSatellite. Esposizioni che occuperanno 202.350 metri quadrati netti espositivi, e che hanno dovuto respingere ben 491 domande, finite in lista d’attesa. Tante le aspettative. O meglio, come le chiama il presidente del Clac, il Centro legno arredo di Cantù, Franco Bizzozzero, «molti i desiderata, i buoni propositi». L’ottimismo è necessario, ma la cautela di rigore, considerando che le piccole e medie imprese del settore legno-arredo, nel 2008, hanno registrato un calo del fatturato del 5,6% e una flessione nelle esportazione del 2%. E che, nei primi mesi del 2009, i dati della crisi richiederebbero aggiornamenti - in peggio - pressoché quotidiani. «Tutti gli operatori - spiega Bizzozzero - stanno attendendo un’inversione di tendenza in qualche modo annunciata, visto che il settore, da che la crisi l’ha colpito, ha già attivato le proprie autodifese». Si è in qualche modo parato il colpo, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese - le famigerate botteghe canturine - ma fingere che questo sia un anno come gli altri sarebbe assurdo. «Ci sono, più che aspettative in termini numerici o di ordini concreti - prosegue - delle speranze di ridestare l’interesse dei mercati. Per esempio per la produzione su misura, su progetto - continua Bizzozzero - la penalizzazione del momento si è sentita in maniera minore rispetto al mercato tradizionale. Perché si tratta di una produzione di alta qualità e che vanta un catena distributiva più breve, con un minor numero di intermediari, se non addirittura il rapporto diretto con il cliente». Se la ripresa vera e propria non è ancora dietro l’angolo, insomma, appare doveroso vedere il bicchiere mezzo pieno, e attendere quella dell’operatività, di ripresa, «soprattutto per quelle imprese che non sono rimaste ad aspettare ma hanno investito in creatività, ricerca, e sono andate incontro alle esigenze dei mercati internazionali». Mercati che hanno subito delle decise battute d’arresto. Anche in Russia, per anni Eldorado dei mobilieri locali, l’economia, ha perso vivacità, rimarca il presidente del Clac, e in realtà come Dubai, che vivono d’economie di investimenti, il tracollo della finanza, i mercati, li ha bloccati del tutto.
S.Cat.

Economia

Mercoledì 22 Aprile 2009

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