Economia / Como città
Mercoledì 12 Giugno 2013
Artigiani al ritorno da Roma
«Con una speranza in più»
«Qualcosa bisogna fare e quel qualcosa va fatto subito». Al termine dell’assemblea nazionale di Confartigianato, il presidente di Confartigianato Como, Marco Galimberti, plaude all’intervento fatto ieri mattina davanti al ministro Flavio Zanonato dal presidente nazionale della sua associazione, Giorgio Merletti.
«Oggi – commenta Galimberti – è il momento di fare, non quello del dire. La richiesta della base è questa e con la stessa il governo deve confrontarsi, evitando promesse e concentrandosi sui fatti reali. I problemi, del resto, sono stra-noti. Non è più tempo, dunque, di tergiversare, ma bisogna che la politica faccia il suo dovere, riprendendo il contatto con il mondo produttivo».
L’appello a Zanonato
Di fronte a Zanonato, Merletti si è soffermato sulla necessità di garantire i pagamenti alle imprese, sia dalla pubblica amministrazione, sia tra i privati.
Accesso al credito, snellimento della macchina burocratica e tassazione i temi caldi di questo 2013 che i numeri dicono essere molto complesso sotto l’aspetto della ripresa economica. Nel discorso, spazio anche alla tutela del Made in Italy e a quello della compensazione dei crediti nei confronti dello Stato. Su La Provincia in edicola il 12 giugno una pagina sul tema.
Di seguito un report della giornata a Roma:
«Le imprese italiane corrono
contromano e a occhi bendati e sembra si faccia di tutto per
spingerle oltre confine per trovare condizioni normali: il fisco
italiano tassa il 68,3% degli utili lordi d’impresa, in Svizzera
appena il 30,2%”. Il presidente della Confartigianato Giorgio
Merletti lancia l’allarme - l’ennesimo - sul fisco che schiaccia
le Pmi. “Le nostre aziende non ce la fanno più a sopportare
una pressione fiscale che nel 2013 toccherà il 44,6% del Pil,
2,4 punti in più sopra la media Eurozona” ha proseguito dal
palco dell’assemblea dell’organizzazione.
Appello subito raccolto dal ministro dello Sviluppo economico
Flavio Zanonato che non si è sottratto agli stimoli di una
platea reattiva e poco incline a illusioni. Sono al vostro
fianco, ha assicurato “ma le cose non sono facili, non ci sono
risorse e dobbiamo attivare meccanismi a costo zero per dare
soddisfazione alle imprese”. E poi: “a me non disturba se sono
contestato su questioni concrete, mi piace essere incalzato su
proposte specifiche, lavorare insieme significa anche essere
stimolati”, ha ribattuto a chi vociava di più, tra i tanti
stremati dalla crisi.
La realta è che “paghiamo 38 miliardi di maggiori imposte
rispetto ai partner europei, 639 euro in più per abitante. Tra
il 2005 e il 2013 l’incremento delle entrate fiscali è stato
pari ai 132 miliardi di incremento del Pil. Così non si esce
dal tunnel della crisi” ha incalzato Merletti. Il risultato è
sotto gli occhi di tutti: nei 600 giorni da novembre 2011 a oggi
si sono perse 60mila imprese, la disoccupazione giovanile è
cresciuta di oltre 8 punti, il Pil calato del 3,4%, la pressione
fiscale è aumentata di quasi 2 punti e il credito alle imprese
è diminuito di 65 miliardi. Nel frattempo si sono avvicendati
il governo tecnico supplente e poi lo “stallo alla messicana”.
Numeri da brivido, per questo le imprese non vogliono più
promesse dalla politica. “Adesso tocca a voi, chi governa
rispetti il mandato, fate il vostro dovere” ha detto il numero
uno degli artigiani, particolarmente applaudito su fisco,
burocrazia (”ci costa 31 miliardi l’anno”), da spellarsi le
mani sul “disastro Sistri”.
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