Economia
Giovedì 16 Aprile 2009
Cambiano i contratti. Senza la Cgil
Novità per inflazione e salari
Senza la firma della Cgil, Confindustria, Cisl e Uil - con l'aggiunta dell'Ugl - hanno siglato l'intesa sul protocollo che modifica il modello dei contratti del settore pubblico e privato. Significative le innovazioni per l'inflazione, la durata, gli incentivi alla produttività
Alla fine lo strappo è stato consumato fino in fondo. Confindustria, Cisl e Uil hanno siglato l'intesa applicativa della riforma del modello contrattuale senza l'accordo con Cgil, che ha ribadito le critiche all'impianto del nuovo sistema dei contratti.
La firma formale è avvenuta nella Foresteria di Confindustria in via Veneto a Roma. Dopo l'ok di Cisl e Uil sarà la volta dell'Ugl. La sigla per l'attuazione della riforma fa seguito agli accordi sottoscritti il 10 ottobre 2008 da Confindustria e Cisl e Uil, gli accordi tra le due confederazioni sindacali e le altre associazioni datoriali e l'intesa-quadro tra Governo e parti sociali sottoscritta il 22 gennaio scorso a Palazzo Chigi.
Il nuovo modello contrattuale sarà unico per i settori pubblico e privato.
Cosa cambia
Durata triennale; conferma dei due livelli di contrattazione; un nuovo indice dei prezzi con cui calcolare gli aumenti salariali; incentivi alla produttività e sostegno al secondo livello: sono questi i punti chiave della riforma del modello contrattuale concordata da imprese e sindacati, a eccezione della Cgil
DURATA. Il nuovo modello contrattuale viene introdotto in via sperimentale per 4 anni. Al termine di questo periodo ci sarà una verifica sul corretto funzionamento delle regole introdotte. Il contratto diventa triennale sia per la parte economica che per quella normativa. Avrà la funzione di garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi ai lavoratori dei settori pubblico e privato su tutto il territorio nazionale. La durata triennale vale anche per il secondo livello di contrattazione.
DUE LIVELLI DI CONTRATTAZIONE. Il nuovo assetto conferma due livelli: un contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria con vigenza triennale e un secondo livello di contrattazione aziendale o alternativamente territoriale, laddove previsto, secondo l'attuale prassi e nel rispetto del principio di non sovrapposizione dei cicli negoziali. L'obiettivo è quello della crescita fondata sull'aumento della produttività e l'incremento delle retribuzioni.
NUOVO INDICE PREZZI. Va in pensione l'inflazione programmata. Il contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria determina l'aumento dei minimi tabellari sulla base di un nuovo indice previsionale triennale depurato da alcune voci di inflazione importata (energia). L'indice è costruito sulla base dell'Ipca, l'indice dei prezzi al consumo armonizzato elaborato da Eurostat.
INCENTIVI ALLA PRODUTTIVITÀ. Sono incrementate e rese strutturali le scelte operate con il protocollo sul welfare del 23 luglio 2007 e gli interventi normativi volti a incentivare la contrattazione di secondo livello, in termini di riduzione delle tasse e contributi, che colleghi gli aumenti salariali al raggiungimento di obiettivi di produttività, redditività e crescita concordati tra le parti. Per la diffusione del secondo livello possono essere individuate soluzioni anche con clausole economiche di garanzia. In situazioni di crisi o per favorire lo sviluppo economico e occupazionale le parti possono accordarsi e derogare su singoli istituti dei contratti nazionali.
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